Stop al prestito di libri, sciopero contro i tagli
Sciopero del prestito dei libri contro i tagli (15%) al personale esterno. Nelle biblioteche dell'Università di Trento i dipendenti esternalizzati del servizio di front office hanno incrociato le braccia. Nessuno ha potuto prendere in prestito volumi nelle sale studio della sede centrale di via Verdi, di Lettere, Ingegneria e Mesiano. A Lettere e a Scienze le sale lettura e consultazione sono rimaste chiuse al pubblico
Sciopero del prestito dei libri contro i tagli (15%) al personale esterno. Nelle biblioteche dell'Università di Trento i dipendenti esternalizzati del servizio di front office hanno incrociato le braccia. Nessuno ha potuto prendere in prestito volumi nelle sale studio della sede centrale di via Verdi, di Lettere, Ingegneria e Mesiano. A Lettere e a Scienze le sale lettura e consultazione sono rimaste chiuse al pubblico. Là infatti anche la «portineria» - con il compito di apertura e chiusura - è in mano ai lavoratori esterni dell'impresa cooperativa Caeb di Milano (Caeb sta per Cooperativa archivistica e bibliotecaria) mentre i bibliotecari dipendenti dell'ateneo hanno continuato a lavorare nel back office. Oggi alle 15 è prevista un'assemblea nella biblioteca centrale: un'azione di disturbo degli studenti per «sensibilizzare tutti al problema». Gianni Pozzi, portavoce dei manifestanti, spiega che in realtà da parte degli iscritti all'ateneo c'è solidarietà. Ieri pomeriggio sono state raccolte più di 600 adesioni alla petizione: un documento per chiedere l'immediata revoca del taglio. La riduzione del budget è stata decisa per arrivare ad un risparmio di 100 mila euro l'anno. «Ma si tratta solo di una riorganizzazione» ha fatto sapere il direttore generale dell'ateneo (nonché responsabile ad interim delle biblioteche) Giancarla Masè: un'operazione di spending review e «ricalibrazione» che arriva come un fulmine a ciel sereno sulla testa dei dipendenti della Caeb (35 per l'accademia trentina), anche se in verità della chiusura della borsa della spesa dell'«Università provincializzata» si discuteva da tempo fra gli addetti ai lavori. Ora si parla di protesta a oltranza, perché - dicono i dipendenti della coop milanese (che sono anche soci della stessa) - quel taglio del 15% è insostenibile. Si dovrebbe tradurre in una riduzione di personale: da 3 a 4 dipendenti. Più probabile - dicono - che tutti siano costretti a riduzioni proporzionali di stipendio (si parla di salari di 1000 euro in media per 37 ore si lavoro a settimana).
L'appalto della Caeb in ateneo - che di fatto è monopolista sulla piazza trentina (sua la gestione o cogestione delle biblioteche del Conservatorio, del Rovereto, del Prati, della Biblioteca Civica) - ha durata quadriennale per quanto riguarda l'ateneo, che ha un bacino d'utenza di 15 mila persone. Quello che si sta concludendo è un anno di proroga dell'appalto. Una nuova proroga dovrebbe esserci anche l'anno prossimo. E la riduzione percentuale dovrebbe attuarsi gradualmente, a partire dal mese di gennaio per entrare «a regime» in marzo. «Conseguenza immediata - dice Gianni Pozzi - saranno le chiusure serali anticipate non più a mezzanotte ma alle 22.30 in tutti i quattro i poli». Mentre i vertici dell'Università parlano della necessità di razionalizzare il servizio, chi protesta parla di sistemica precarizzazione del lavoro, tanto più che una fetta delle 5000 ore di lavoro tolte alla Caeb verrebbe assegnata agli «studenti 150 ore»: un'operazione che non piace neanche ai rappresentanti dell'Unione degli studenti (ne parliamo nell'articolo a fianco). Il rischio, per gli utenti, è che il servizio di prestito dei libri venga «paralizzato». Il colpo di scure è arrivato dopo le polemiche sulla mancata realizzazione della biblioteca firmata Mario Botta. Vengono citati i «5 milioni per l'area di Sanseverino» e la scelta di trasferire il tutto alle Albere». «E ora - si legge su un volantino - recuperano gli spiccioli tagliando i nostri stipendi». Il caso è stato portato all'attenzione del governatore Ugo Rossi. Oggi alle 12 è previsto un incontro tra i bibliotecari e l'assessore all'università Sara Ferrari.