Lunedì al centro prelievi: in coda pazienza e fiducia

Quando entri nel corridoio del centro prelievi di Rovereto noti subito la differenza tra gli habituè e chi da anni non fa le analisi del sangue. I primi sono organizzati - libri, settimana enigmistica, i più giovani musica nelle orecchie - o comunque tranquilli. Sanno che sarà un po' lunga. Quaranta minuti per i fortunati, un'ora e mezza per i più disgraziati. Il viaggio dell'Adige

di Chiara Zomer

ROVERETO - Quando entri nel corridoio noti subito la differenza tra gli habituè e chi da anni non fa le analisi del sangue. I primi sono organizzati - libri, settimana enigmistica, i più giovani musica nelle orecchie - o comunque tranquilli. Sanno che sarà un po' lunga. Quaranta minuti per i fortunati, un'ora e mezza per i più disgraziati. I secondi si agitano di più, perché capiscono solo ora che dovranno aspettare; alcuni stanno in piedi o camminano avanti e indietro. Il lunedì per il centro prelievi è una giornata campale, e nessuno capisce il perché.

 

Lunedì e martedì, ogni settimana, è un mezzo esercito quello che arriva a riempire provette. Il venerdì sono pochi, per motivi che sfuggono all'umana comprensione. Ma tant'è. Ieri era lunedì. E dopo giorni di sollecitazioni - le chiamate in redazione erano numerose, pareva che si fosse costretti ad un'attesa messianica e soprattutto sembrava che l'utenza tutta ne fosse indignata - ci siamo immersi nella folla in attesa.

 


La denuncia era precisa: da quando è cambiata l'organizzazione dell'attesa, gli utenti aspettano molto di più. In realtà ieri ci è stato detto il contrario. Ma soprattutto nessuno di coloro che stavano aspettando ha usato toni da apocalisse: «Ma va, i disservizi sono altri. Se devo aspettare per le analisi del sangue non importa - riassumeva Carlo - quel che conta è che non si debba aspettare mesi per una mammografia urgente o per un intervento serio».


Il dato che balza agli occhi subito, è la quantità di pazienti. Ieri mattina, 165 solo per i prelievi, a cui si aggiungono coloro che consegnano il materiale per gli accertamenti. Non serve una prenotazione, in qualsiasi giornata ci si può presentare, così, senza appuntamento. Ma di contro serve pazienza. L'attesa, come detto, è fino a un'ora e mezza. Il nuovo sistema prevede che si prenda il numero dal totem elettronico. Due le categorie di fortunati, che passano davanti a tutti: bambini e donne incinte. Per loro il nuovo sistema è un affarone. Prima poteva accadere che aspettassero meno degli altri, ma dipendeva in sostanza dal buon cuore di chi stava allo sportello. Adesso i loro diritti sono chiariti, e il passo avanti in termini di civiltà è finalmente assodato.


Poi ci son tutti gli altri. E quelli sì, aspettano. «Ma è sempre stato così - butta lì  Giancarlo - non è peggiorato niente. Se c'è da lamentarsi? Si prende atto. A Bolzano impiego 10 minuti, qui anche un'ora e mezza. Ma a Verona, per una visita, ho aspettato tre ore». La statistica premia ancora il Santa Maria, insomma. Anche se chi è intorno a lui magari non è mai andato in trasferta sanitaria, quindi queste consolazioni non le ha. Si limitano ai dati di fatto. «Sono arrivata alle 8.50, ho preso il numero 142. Davanti ne avevo un'ottantina» snocciola Manuela, che spiega: «Al lavoro? Mi prendo permesso, perché non so mai quando finisco». Ma nemmeno lei se la prende, perché «un po' di pazienza ci vuole». E comunque sembra che ne valga la pena: lei arriva da Folgaria. Là c'è un punto prelievi, potrebbe aspettare meno. «Preferisco qui». Attesa o no, ci si fida di più del centro prelievi della Città della Quercia.


Tra coloro che sono obbligati a fare spesso le analisi, un tentativo per capire come velocizzare le operazioni è stato fatto. Le leggende - perché in nessun luogo come in una corsia ospedaliera le leggende fioriscono - parlando di anziane che corrono a prendersi il numero alle 6 di mattina. Anche se sfugge la ragione di una simile fatica, posto che i prelievi iniziano solo alle 7.30. Poi ci sono quelli che hanno tentato ogni orario. «Ma non c'è modo di capire quale sia il momento migliore» osserva Michela.

 

In effetti anche ieri qualche fortunello c'era: Franca, accompagnata da Elio, è arrivata alle 9.20, alle 10.10 era già lì col braccio teso verso l'infermiera. Ma par di capire che è un caso. La gente la prende così, parte dal presupposto che un servizio senza prenotazione implichi un po' di attesa. «L'importante è quanto aspetterò i risultati  - spiega Giuliana, mentre apre il foglio appena consegnatole - beh, ritirerò il 4 aprile. Non mi pare ci sia da lamentarsi».


Si torna al Santa Maria del Carmine, insomma, pur sapendo che in altre strutture - a partire dagli ambulatori convenzionati - si aspetterebbe molto meno. Segno che ci si fida del servizio. Attesa o no, alla fine, è questo che conta. 

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