Gramellini contro il soccorso alpino
Sarà pure ironia ma è pur sempre un attacco a migliaia di volontari che si privano del proprio tempo libero per aiutare gli altri. L'intervento del vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini, sabato sera alla trasmissione di Raitré «Che tempo che fa», ha scatenato dure reazioni. Il giornalista e scrittore torinese, infatti, ha tirato in ballo, tra gli altri, il Soccorso alpino parlando di permessi e furbizie. L'attacco si riferiva ai permessi dal lavoro appunto per opere di volontariato. Gramellini ha elencato una serie di situazioni che consentirebbero agli italiani di non lavorare, abusando delle norme che dovrebbero tutelare dei diritti. Nella lista sono finiti anche gli uomini della Protezione civile e il soccorso alpino. Il giornalista ha tuonato contro i permessi facili che sconfinano nell'assenteismo.
Il primo a indignarsi è stato, manco a dirlo, il capo del Cai che ha respinto al mittente l'accusa di permessi facili: «A nome degli oltre settemila volontari del Corpo nazionale del soccorso alpino e degli oltre 300 mila soci del Cai - ha spiegato Umberto Martini - voglio far sentire forte e chiaro il nostro "no" a questo accostamento improprio che offende la dignità di chi rischia ogni giorno la vita per prestare soccorso sia ai frequentatori sia alle popolazioni di montagna. Per avere diritto ai benefici di legge l'attività svolta (esercitazione regionale o intervento) deve essere certificata. Inoltre il Cnsas è in convenzione con il sistema 118, che ingaggia l'intervento del soccorso alpino e speleologico. Tutta l'attività è dunque tracciabile. Molti volontari del soccorso alpino, vivendo in zone di montagna, sono piccoli artigiani o liberi professionisti. Come lavoratori autonomi, per gli interventi e per le sole esercitazioni di carattere regionale, si percepisce un'indennità a compensazione della perdita della giornata di lavoro, mentre i dipendenti conservano il diritto allo stipendio e al posto di lavoro. Ci sono uomini che a qualsiasi ora del giorno e della notte abbandonano ciò che stanno facendo e partono per prestare soccorso e considerarli furbetti del permesso significa svilire quell'Italia migliore a cui tutti guardiamo».
Sul caso è intervenuto anche l'ex presidente della Provincia, l'on. Lorenzo Dellai. «Solitamente apprezzo le pur spietate sintesi graffianti di Massimo Gramellini, anche se sono talvolta generiche, ma questa volta devo dire che l'ha proprio fatta fuori dal vaso, come si dice. Certamente per quanto riguarda i volontari del soccorso alpino e della protezione civile del Trentino, che conosco benissimo e che devono essere ringraziati per il solo fatto che esistono. E che Dio ce li conservi a lungo».