La protesta dei detenuti nel carcere di Spini
Gamelle sbattute contro le inferriate, lenzuola e coperte date a fuoco e perfino il lancio di alcune bombole da campeggio sul cortile o nei corridoi. Da domenica al carcere di Spini è in corso una protesta da parte dei detenuti di alcune sezioni, che lamentano una riduzione delle attività e la violazione dei propri diritti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe legata alla mancata concessione dell’uso del campo da calcio, ma tra i motivi della protesta vi sarebbe anche una riduzione dei permessi e dei colloqui telefonici. Nei mirino dei detenuti la direzione della struttura carceraria, ma anche il magistrato di sorveglianza. Un clima di forte tensione, dunque, con danni alla struttura ma, per fortuna, nessuna persona ferita, né tra i detenuti né tra gli agenti della polizia penitenziaria, già costretti a lavorare sotto organico, come denuncia il segretario provinciale del Sinappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Andrea Mazzarese.
E proprio la cronica carenza di personale renderebbe più difficile garantire le attività dei detenuti, compresa quella di usare il campo da calcio. «Manca personale. Sulla carta - dice Mazzarese - siamo in 162, ma il dato vero è che siamo in 130, mentre dovremmo essere 214». E la situazione sarebbe diventata ancora più difficile da gestire con l’apertura, il 2 maggio scorso, di una sezione protetta destinata ai cosiddetti «sex offender», ovvero persone che devono scontare una condanna per reati di natura sessuale (pedofilia, pedopornografia).
Questi detenuti non possono avere alcun contatto con gli altri ospiti della struttura carceraria: questo significa che le attività devono essere sempre proposte separatamente. «C’è più lavoro, ma il personale non è mai aumentato», prosegue Mazzarese. Non solo. Nella struttura di Spini, inaugurata solo cinque anni fa e considerata un modello, si combatte con temperature alle stelle. «Come già denunciato lo scorso anno - spiega Mazzarese - nei posti di servizio dell’area detentiva, che sono stanze di sei - sette metri quadrati, senza finestre e con tre monitor da 32 pollici in funzione, l’aria condizionata non funziona. Ad oggi - aggiunge - non funziona nemmeno nell’area amministrativa. Venerdì - prosegue - con la giornata di caldo torrido, alcuni colleghi del turno serale si sono sentiti male e il giorno dopo non hanno potuto garantire la loro presenza sul posto di lavoro. Il direttore Valerio Pappalardo, arrivato a dicembre, ha chiesto al Provveditorato l’invio di personale, ma facciamo un appello anche al governatore della Provincia Ugo Rossi, perché interventa».