«Spariti i soldi dell'anziano». Badante condannato in appello
La procura ha fatto ricorso e, in appello, la sentenza è stata ribaltata
Dall’accusa di circonvenzione d’incapace, per aver sottratto denaro all’anziano che accudiva, era stato assolto in primo grado. Ma la procura ha fatto ricorso e ieri, in appello, la sentenza è stata ribaltata: il badante, un trentenne di origine moldava, è stato condannato ad un anno e 4 mesi, pena sospesa.
L’imputato era stato assunto nel 2012 da una famiglia di Madonna di Campiglio, per prendersi cura di un novantenne che soffriva di una patologia degenerativa e che aveva bisogno di assistenza nella gestione della quotidianità. Nel primo periodo di lavoro, il badante si era comportato in modo ineccepibile, non facendo mancare nulla all’uomo malato.
Tuttavia, dopo circa sei mesi le spese per l’assistenza dell’anziano sarebbero cresciute esponenzialmente. Sia i familiari che la banca avevano notato un aumento non giustificato di prelievi dal conto corrente dell’uomo: diverse centinaia di euro alla volta, anche a distanza di pochi giorni, oltre a bonifici a favore del moldavo che venivano fatti allo sportello dallo stesso anziano, che era sempre accompagnato dal badante. Secondo i familiari, che presentarono denuncia ai carabinieri, l’anziano malato sarebbe stato vittima di un raggiro ordito dal badante. Dai conti sarebbero sparite alcune decine di migliaia di euro. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Zeno Perinelli, attende i 60 giorni per il deposito della sentenza: scontato il ricorso in Cassazione.