Pensionato raggirato, donna condannata Deve risarcire 34 mila euro
Condannata a due anni e sei mesi di reclusione, 500 euro di multa e al risarcimento delle vittima con 34 mila euro, per i danni patrimoniali e morali, oltre che al pagamento delle spese processuali
Condannata a due anni e sei mesi di reclusione, 500 euro di multa e al risarcimento delle vittima con 34 mila euro, per i danni patrimoniali e morali, oltre che al pagamento delle spese processuali. Si è concluso così il processo a carico di una 50enne originaria dell’ex Jugoslavia imputata per circonvenzione di incapace.
La scorsa udienza, in aula, era stata proprio la vittima - un 50enne laureato, ex funzionario, costretto alla pensione per la grave sofferenza psicologica - a raccontare in che modo, facendo leva sulla sua fragilità, la donne fosse riuscita a farsi consegnare 29.700 euro. «Sono stato ingenuo - aveva raccontato - ma lei mi diceva di essere malata, di avere bisogno di soldi per mantenere i suoi due figli e io mi sono fatto impietosire».
L’incontro fra la vittima, assistita dall’avvocato Andrea de Bertolini e la donna, difesa da Francesco Moser, era avvenuto nel gennaio 2013. «Andavo in città, lei si sbracciava per fare autostop e io per gentilezza mi sono fermato e l’ho portata alla stazione Trento Malé. Nel tragitto lei mi ha detto che doveva andare a Roma, ma che non aveva soldi e mi ha raccontato che doveva mantenere due figli e che era malata». L’uomo, commosso dalla sua situazione, aveva deciso di aiutarla e di prestarle 500 euro, con la garanzia di una futura restituzione.
Inutile dire che quei soldi non sono mai stati restituiti e che da quel giorno è stato un susseguirsi di richieste di denaro. «Mi disse che non poteva ridarmi i soldi perché, per una causa non ben precisata, doveva pagare altri 700 euro - disse - Io glieli dò, ma lei il mese dopo mi ritelefona, chiedendomene altri 3000 per fare fronte ad un debito con la banca». Invano, l’uomo, aveva cercato di sottrarsi alle pretese dell’imputata. Anzi, per forzare la situazione, era entrata in scena pure una sedicente funzionaria di banca, che lo aveva esortato a saldare il debito dell’imputata per sbloccare una considerevole somma di denaro e recuperare anche quanto prestato. E così la vittima aveva messo nuovamente mano al portafoglio, versando fino a 5000 euro al colpo. Il pensionato era arrivato al punto di vendere la macchina per racimolare il denaro.
Il 5 novembre, per fortuna, a mettere fine al raggiro, avevano pensato gli agenti della squadra mobile di Trento, che si erano presentati all’incontro con la donna per l’ennesima consegna di denaro. Così la 50enne è finita sul banco degli imputati ed ora dovrà risarcire la vittima, costituitasi parte civile.