«La giunta salvi i formaggi trentini»
Civica Trentina ha proposto una mozione a favore del settore agroalimentare trentino, dopo che negli scorsi giorni la Commissione Europea ha ribadito all'Italia la richiesta di consentire la produzione di formaggi senza latte fresco
«La Provincia di Trento si mobiliti per salvaguardare la nostra produzione di qualità lattiero casearia». A chiederlo sono stati i consiglieri provinciali di Civica Trentina, Claudio Civettini, Rodolfo Borga e Claudio Cia che hanno proposto una mozione a favore del settore agroalimentare trentino, che verrà presentata in Provincia e in Regione, dopo che negli scorsi giorni la Commissione Europea ha ribadito all'Italia la richiesta di consentire la produzione di formaggi senza latte fresco, come avviene già in altre parti d'Europa. La Commissione ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti alcune leggi italiane e dove viene richiesta la correzione del divieto, sancito da una legge del 1974, di utilizzare il latte in polvere per la produzione di formaggi, ma anche derivati come lo yogurt.
Per la Commissione europea questa legge sarebbe contraria alle disposizioni in tema di mercato interno e libera circolazione delle merci. L'abolizione di questo divieto riguarderebbe solo i formaggi comuni ed eventualmente i derivati e non i formaggi con marchio «Dop» e «Igp» per i quali si deve utilizzare solo latte crudo. La questione è approdata in Parlamento e due giorni fa, la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno attraverso il quale viene respinta la diffida europea e la stessa Commissione Agricoltura nell'esprimere il proprio giudizio negativo, ha chiesto al Ministro Martina di intraprendere azioni al fine di tutelare le produzioni lattiero-casearie italiane.
In Trentino, ad intervenire ieri con una mozione che ha visto come primo firmatario Claudio Civettini, sono stati i consiglieri di Civica Trentina. «In un momento come quello che stiamo vivendo oggi - ha spiegato Rodolfo Borga - pur essendo il settore agricolo quello che ha dimostrato una maggiore tenuta, questa vicenda si inserisce all'interno di altri problemi già esistenti come la contraffazione dei prodotti, la scelta di aderire alle sanzioni alla Russia che sta mettendo in crisi molti oppure il Trattato Transatlantico che sta creando parecchia preoccupazione. Chiediamo alla Provincia e alla Regione di fare rete con altri territori per proteggere i nostri prodotti».
Il problema in Trentino è abbastanza marginale essendo quasi tutti i nostri formaggi classificati come Dop. Questo non vale però, purtroppo, per i derivati. Il consigliere Claudio Civettini ha fatto sapere che nei prossimi giorni chiederà di incontrare alcune associazioni di categoria anche per avviare una petizione. «Nel 2012 - ha spiegato invece Claudio Cia - la Pat ha speso 810 mila euro per proteggere il marchio Trentino ed ora non vogliamo che questi soldi vengano buttati via». A puntare il dito contro le grandi aziende industriali italiane è stato il direttore di Coldiretti, Mauro Fiamozzi. «Da noi - ha spiegato - quasi tutti i formaggi sono Dop ma il problema rimane per i derivati. Quello che è però grave sta nel fatto che la diffida dell'Europa è arrivata dopo precise richieste della grande industria italiana che guarda solo ai propri profitti. Questo è tradimento del «made in Italy»».