Orso, Rossi in pressing «Misure urgenti dal ministro»
Individuato dai forestali trentini l'esemplare di orso responsabile della recente aggressione nei confronti di un uomo avvenuta a Cadine di Trento. Lo rende noto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, il quale ha inviato al ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti una lettera in cui chiede misure urgenti per la gestione degli orsi bruni in Trentino. "L'orso è stato individuato - dice Rossi - attraverso la caratterizzazione genetica e, sempre sulla base all'archivio genetico costruito in questi anni, è stato possibile definire l'area e i percorsi tradizionalmente frequentati da questo animale". "In corrispondenza dei punti a più alta frequentazione - prosegue Rossi - sono state attivate tre trappole tubo, localmente attivati lacci da cattura, predisposti punti di alimentazione e messe in campo foto-trappole. Inoltre, è stato intensificato il monitoraggio per intercettare possibili segnali di presenza e materiale biologico sul quale condurre ulteriori analisi genetiche". Nella lettera Rossi parla di "diffusa preoccupazione che è cresciuta dopo le recenti aggressioni e che richiama le istituzioni a dare risposte concrete, responsabili, efficaci e tempestive". Presidio del territorio, monitoraggio, intensificazione delle attività di informazione non sono più sufficienti", dice Rossi che ricorda che "solo per un caso fortuito in occasione dell'ultima aggressione, le conseguenze non sono state estreme" e che da allora "ci sono aree del nostro territorio che non vengono più frequentate". "In questo momento, sono in gioco la sicurezza di un'intera comunità, la sua possibilità di godere ed utilizzare in modo equilibrato e sostenibile delle risorse territoriali che sono uno dei valori fondanti di questa terra", conclude Rossi. Per discutere dell'emergenza, venerdì 17 luglio si terrà una videoconferenza fra il presidente Rossi e i rappresentanti del ministero e di Ispra.
Prati e boschi del Monte Bondone sono deserti, così come alberghi e ristoranti di Vason, Vaneze e Norge: la presenza dell'orso sta mettendo in fuga i turisti e gli escursionisti anche di provenienza locale. Insomma, la paura da «incontro» con il plantigrado sta letteralmente «svuotando» la montagna di Trento.
È quanto affermato ieri dagli operatori turistici del Monte Bondone, e anche da alcuni residenti del territorio montano che hanno apertamente rivelato il loro «terrore» nel fare qualsiasi spostamento all'interno dei boschi. In alcuni casi anche solo timore nell'andare a gettare l'immondizia nell'area rifiuti posta nelle vicinanze di una distesa prativa o boschiva.
Ma la «fuga» dai boschi non riguarda solamente i turisti: anche un gruppo di scout (il Gruppo Trento 8) ha deciso di modificare la destinazione del proprio campeggio estivo, dal 20 al 30 luglio, che inizialmente doveva essere malga Bael vicino a Margone nel comune di Vezzano. «A seguito degli avvistamenti dell'orso, l'amministrazione comunale ha preferito interpellare il Servizio forestale - afferma la responsabile Giulia Andreatta. - A quel punto abbiamo preferito cambiare meta (andremo in vall'Aurina), in modo che i nostri ragazzi (dai 12 ai 15 anni) possano svolgere le loro attività in tranquillità». «Non si tratta di una «fuga» dall'orso: noi continueremo ad andare a malga Bael durante l'estate - specifica - Tuttavia, in questo particolare campeggio, la totalità delle attività si svolge all'aria aperta (compreso dormire in tenda) e, spesso, i ragazzi si spostano per il bosco in piccoli gruppi autonomi. Per questo abbiamo scelto di trascorrere i dieci giorni in Alto Adige. E questo senza alcun tipo di rancore verso orso, Provincia o Comune di Vezzano».
Torniamo alle Viote: gli abitanti del monte Bondone (che siano essi albergatori o semplici cittadini) sono disperati, e ieri lo hanno ampliamente dimostrato nella conferenza stampa indetta dalla Lega Nord di fronte all'ingresso della Capanna Viote. Tanto che, praticamente tutti i presenti si sono trovati d'accordo nel sottoscrivere la proposta di Giuseppe Pisoni, un residente, secondo cui tutti i firmatari appoggeranno una denuncia in tribunale contro la Provincia di Trento. «In quanto - spiega Pisoni - coloro che non pensano a prevenire il rischio (gli amministratori, ndr) si rendono responsabili dell'eventuale verificarsi di un evento molto più grave, come l'aggressione. È necessario intervenire con urgenza, prima che ci scappi il morto!».
E gli interventi dei diversi operatori turistici e privati cittadini hanno avuto lo stesso tenore. «La gente ha paura e si sente insicura, per questo non sale più alle Viote: le escursioni alle Tre Cime e le automobili parcheggiate di buon mattino sono solo un lontano ricordo - commenta Fabrizio Zanlucchi, gestore della Capanna Viote. - Domenica un pullman che stava salendo sul Bondone ha fatto retromarcia perché, a quanto pare, l'orso è stato avvistato sulla pista 3-Tre». Altri operatori turistici fanno eco a Zanlucchi, come il gestore del Bondonero Ski Bar a Vason Fabrizio Sola: «All'interno del mio locale l'orso è l'argomento principale praticamente ogni giorno: i clienti mi chiedono quali escursioni possono fare per non incontrarlo, e spesso mi rivelano che scelgono di rimanere a casa - racconta. - Inoltre io ho anche alcune case da affittare a turisti, ed in questo periodo molti si rifiutano di venire proprio per l'orso».
Durante la conferenza stampa è intervenuto anche uno storico gestore di Vason: Lino Nicolussi, classe 1930 e gestore dell'omonimo albergo, si è presentato come "operatore economico danneggiato". «Dovrei farmi accompagnare per i boschi da un custode forestale alla mia età? O andarci con un campanello? - aggiunge - Prima o poi, di questo passo, ci scappa il morto».