Scuola, il ministro all'attacco «Gender? Truffa culturale»
La teoria gender nelle scuole? Una bufala. Anzi, una «truffa culturale», per usare le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini
La teoria gender nelle scuole? Una bufala. Anzi, una «truffa culturale», per usare le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Che, di fronte al tam tam che in queste settimane ha invaso i social con le versioni più incredibili (su tutte, le «lezioni di masturbazione»!), ha deciso che forse era il caso di fare un po’ di chiarezza.
Così il Miur «in queste ore sta inviando a tutti i dirigenti scolastici una circolare» in cui si ribadisce che la «Buona scuola» non introduce la teoria del gender. Così ha affermato il ministro a Radio 24. Se «ciò non bastasse» c’è «una responsabilità irrinunciabile a passare a strumenti legali» contro questa «truffa culturale».
Nella circolare, ha spiegato il ministro durante il programma «Melog-cronache meridiane», si richiama il comma 16 della legge 107, «falsamente incriminato». Questo comma, ha puntualizzato il ministro, «introduce la cultura della non discriminazione etnica, razziale, religiosa; della tolleranza, della sensibilità e dell’accoglienza, che la scuola nella storia ha sempre introdotto in varie forme».
Introduce, ha aggiunto, «un principio sacrosanto che non ha nulla a che fare con la teoria del gender», ma «con criteri di sensibilizzazione alle pari opportunità, all’educazione alla parità tra i sessi. Va in direzione opposta all’annullamento della distinzione tra uomo e donna, che è in natura e cultura. Fa riferimento a principi di sensibilizzazione nei ragazzi alla prevenzione alla violenza di genere e ai reati e attacchi dettati dall’omofobia».
Quindi, ha concluso il ministro, «chi parla di teoria del gender in relazione al progetto educativo sulla scuola del Governo Renzi compie una truffa culturale, ci tuteleremo con gli strumenti adeguati». Questo, ha insistito, «è un caso di mistificazione inaccettabile. Io mi auguro che i messaggi chiari e le circolari che il Capo Dipartimento sta mandano in queste ore a tutti i dirigenti siano sufficienti, ove si continuasse a incriminare in questo modo specifico la legge è chiaro che studieremo quali strumenti adottare»: «c’è una responsabilità verso una comunità di quasi 9 milioni di studenti e delle loro famiglie».