Per la prima casa pronti 11 milioni di euro
Dal 7 gennaio al via le domande per il bando
Under 45 di tutto il Trentino, unitevi. Armatevi di una buona dose di pazienza, preparate stampante e documenti vari, fate un salto dal commercialista e in banca, e poi, dal 7 gennaio al 7 marzo, consegnate la vostra richiesta di contributo prima casa. La Provincia per il 2015 ha stanziato oltre undici milioni di euro (11.681.060) per andare incontro alle esigenze di qualche centinaio di coppie (l’anno scorso sono state ammesse 276 domande, quest’anno probabilmente saranno di più).
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A differenza di quanto possano riferire alcuni stereotipi «anti autonomisti», che parlano di contributi a raffica e a prescindere per chiunque e per qualsiasi cosa, entrare in graduatoria non è facile e la selezione è tanto chiara quanto, appunto, selettiva. I criteri attuativi sono riassunti in una ventina di pagine, composte da 27 articoli, ognuno dei quali rimanda a varie leggi provinciali. E ogni singola parola è stata letta e riletta, soppesata e discussa. Le regole da rispettare sono quindi molte, ma sono chiare e uguali per tutti. Nei vari punti qui sotto e con la tabella a fianco proviamo a fare ulteriore chiarezza e a facilitare il compito a chi vorrà provare ad accedere al bando.
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Le critiche.
Una premessa per quanto riguarda la ratio delle regole va fatta: quando si legge «giovani coppie» non bisogna pensare all’età anagrafica. Quel giovani va inteso come «di recente costituzione»: in tal senso si spiegano una serie di restrizioni e vincoli. Ad esempio: possono presentare domanda coppie che non siano sposate da più di cinque anni. Oppure coppie che convivano da meno di cinque anni: ma una relazione è più salda se si vive insieme da un periodo più lungo, verrebbe da pensare. Sì, ma la ratio, appunto, è un’altra.
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Le domande.
Una delle domande più frequenti: ma prima di accedere al bando bisogna aver già trovato casa? La risposta è «ni», nel senso che alcune regole in merito vanno rispettate. Prima di tutto la zona: ogni coppia può presentare al massimo due domande, quindi deve aver individuato l’area (la comunità di valle) della provincia dove intende vivere. Esempio: se si entra in graduatoria a Trento e a Levico si deve cercare la casa in quelle due zone. Se poi si trova l’appartamento dei sogni a Lavis (che appartiene a un’altra comunità di valle), si rinuncia al contributo. Altra questione: «sono nubendi coloro che intendono contrarre matrimonio», ovviamente under 45. Ovvero? Basta la parola? Basta una promessa? Naturalmente no, ci sono dei tempi, dei termini e delle carte da consegnare: prima di tutto bisogna attendere la chiusura del bando (7 marzo), poi ci sono 60 giorni per la predispozione delle graduatorie, poi c’è la fase istruttoria, poi c’è il provvedimento di ammissione al contributo. In quel momento i nubendi hanno 60 giorni per portare il certificato di matrimonio. Il tempo, quindi, c’è. Ma iniziate a comprare anelli e preparatevi a inginocchiarvi e fare la fatidica domanda...
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Le graduatorie.
Ogni singola coppia, una volta presenta la domanda, può calcolare il proprio punteggio. Bastano una calcolatrice e l’articolo 8 del bando. Ecco alcune voci. Sull’Icef viene attribuito un punteggio pari alla differenza fra il limite massimo previsto per l’ammissione a contributo (cioè 0,45) e l’indicatore della condizione economica patrimoniale del nucleo del richiedente. Il risultato ottenuto viene moltiplicato per 100. Per ogni figlio minore vengono attribuiti 15 punti, per un massimo di 60 (quindi avere 5, 8 o 10 figli è uguale). Chi è residente in Trentino dalla nascita riceve 30 punti, chi lo è da 5 a 10 prenderà 5 punti. Chi acquisterà in centri storici o edifici storici prenderà 30 punti (Avete presente il mantra dell’assessore Daldoss, ovvero recuperare l’esistente? Eccolo tradotto nel bando). A parità di punteggio «vincerà» il nucleo con più figli e quello in cui la somma dell’età dei coniugi o conviventi è maggiore (Ricordate la ratio in premessa? Eccola).
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L’esempio.
Proviamo, sapendo che essere precisi è impossibile, a fare un esempio pratico. Una coppia presenta domanda, entra in graduatoria e accede al contributo. Individua la casa dei sogni. Costo 300 mila euro: la Provincia aiuta per un importo massimo di 200 mila, quindi per i centomila di differenza la coppia si arrangerà (pagherà senza aiuti). L’importo di mutuo ammesso a contributo è del 75% della spesa, quindi 150.000 euro. A questo punto la Provincia interviene sul conto interessi, ovvero abbattendo il costo del mutuo a carico del privato per il 70%. Se le rate del mutuo (ventennale con un tasso intorno al 3%) sono di 800 euro al mese, la Provincia ci mette un centinaio abbondante di euro. In totale contribuirà con circa 60 mila euro. Insomma, una gran bella mano. Ma per averla bisogna appunto armarsi di molta pazienza, leggere e compilare.