I carabinieri della stazione di Vezzano con i colleghi della compagnia di Trento hanno sgominato una banda ritenuta responsabile di almeno 25 furti nelle abitazioni, compiuti tra ottobre 2014 e marzo 2015. La banda sarebbe responsbaile anche di almeno un colpo in un locale pubblico, dove aveva scassinato delle slot machine.
L'indagine è stata denominata «operazione spritz» dato che tutti i colpi, è emerso, sono stati messi a segno all'ora dell'aperitivo, tra le 17.30 e le 19 (approfittando dell’oscurità.), in 21 casi in Trentino, due nel Veronese, uno nel Bresciano e uno nel Pordenonese.
La banda prediligeva soldi e gioielli, ma anche beni di consumo elettronici e profumi: tutti bene facilmente monetizzabili, con bottini nelle singole case da 1000 a 25000 euro. In tutto si è stimato che abbiano raccolto nelle case visitate 70.000 euro.
Le indagini sono state tutt'altro che facili ha spiegato il luogotenente Dobbo, comandante della stazione di Vezzano, anche perché tre dei quattro erano clandestini: «Si devono rivolgere a prestanome per auto, utenze telefoniche e così via e dunque risalire alle identità non è stato facile».
Le indagini erano partite il 18 dicembre 2014, dopo che i quattro, tutti cittadini albanesi, a bordo di una Punto erano stati fermati nei pressi di Calavino. Uno dei passeggeri era fuggito e nel mezzo erano stati trovati arnesi da scasso di cui gli stranieri non avevano saputo giustificare il possesso. Intercettazioni e pedinamenti hanno poi portato alla formulazione delle accuse.
I furti sono stati addebitati alla banda in maniera inequivocabile grazie al modo con cui sono state trovate forzate le finestre o alla segnalazione di cittadini che hanno confermato di aver visto la punto dei quattro malviventi nei pressi di case poi visitate dai ladri. Ennesima dimostrazione, ha spiegato il colonnello Graziano, dell'importanza della collaborazione tra i cittadini e le forze dell'ordine.
Uno dei quattro, una ragazza, è stata arrestata ieri in Toscana, mentre gli altri tre, di 24, 25 e 27 anni, clandestini, sono destinatari di altrettante misure cautelari in carcere e attualmente ricercati.
L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata al compimento di più furti aggravati in abitazioni e locali pubblici.
Anche nei giorni scorsi non si è fermata l’ondata di furti e tentativi di intrusione ai danni di esercizi commerciali nel capoluogo: i malviventi sono infatti entrati in azione anche nella notte tra lunedì e ieri in centro storico, prendendo di mira le vetrine del negozio di articoli da montagna Mountain Sport in piazzetta Lunelli, l’atelier da sposa di Giuliana Orsini in vicolo San Pietro, tra piazzetta Anfiteatro e via Santa Maria Maddalena e, per l’ennesima volta, le vetrine del negozio d’abbigliamento Pretto, nella piazzetta tra passaggio San Benedetto e Galleria Tirrena.
L'Adige.it ha attivato un questionario online per raccogliere i pareri e le segnalazioni dei lettori sull'emergenza furti.
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