Casa: il mercato immobiliare è in ripresa Prezzi in calo: -5,3% nell'ultimo anno

di Matteo Lunelli

Eppur si muove. Non sta correndo veloce fino a spiccare il volo, ma comunque si sta muovendo in avanti, dopo alcuni anni di blocco totale, se non di retromarcia. E questa, in fin dei conti, è una buona notizia per tutti. Stiamo parlando del mercato immobiliare. Apparentemente contraddittorio rispetto a questo è il dato delle domande di contributo giunte in Provincia, in netto calo: la spiegazione la fornisce l’assessore Carlo Daldoss nella pagina a fianco. Torniamo ai numeri con il «più» davanti.

«In Trentino il mercato immobiliare residenziale sembra dare gli stessi segnali di ripresa che si registrano in altre regioni d’Italia. In Veneto, ad esempio, le compravendite del 2015 sono aumentate del 12,1% rispetto al 2014. Non abbiamo un dato percentuale definitivo per la nostra provincia, perché stiamo elaborando quelli sulla registrazione degli atti di compravendita immobiliare». A dirlo è Paolo Borzaga, referente Osservatorio Mercato Immobiliare. Che prosegue. «A livello nazionale la ripresa è pari al 6,5%: uno dei fattori che traina il mercato è sicuramente la maggior accessibilità ai mutui, con tassi di interesse ai minimi. Costi? Dagli incontri semestrali con i rappresentanti immobiliari della F.I.M.A.A., in Trentino emerge una sostanziale tenuta dei prezzi del nuovo. Se vi sono dei cali, sono dovuti al margine di contrattazione in sede di trattativa d’acquisto. Poi ci sono dei casi in cui, effettivamente, un’impresa di costruzione diminuisce il prezzo sul nuovo per realizzare la vendita ed evitare il fallimento. Discorso diverso per l’usato: abbiamo riscontrato, in questi ultimi anni, dei discreti cali di prezzo».

I CONTRIBUTI

I dati sono ancora ufficiosi e potrebbero variare, ma nel 2015 le domande d’acquisto presentate in Provincia sono state 610 (delle quali poi ammesse e concesse 121). Nel 2016, viste le tendenze, ci si dovrebbe aspettare un dato in aumento. Invece le domande sono state quasi la metà, ovvero 391. Insomma: prezzi in calo e mutui più vantaggiosi, ma calo drastico delle richieste di contributo. In aumento, invece, le richieste di acquisto con risanamento: 117 nel 2015 (47 ammesse e concesse) e 201 nel 2016. Questo nonostante i contributi nazionali sul risanamento siano ben più vantaggiosi rispetto a quelli locali.

GLI ATTORI

Le «entità» coinvolte sono quattro: i costruttori e gli agenti immobiliari, le banche e gli istituti di credito, le amministrazioni, ovvero Stato, Comune, Provincia, e, ovviamente, le persone, cioè chi vuole comprare o vendere. Il segno «più» davanti a dati e statistiche è dovuto al fatto che i tassi dei mutui sono in calo, i contributi pubblici, di vario genere, sono in aumento, le pretese economiche dei venditori sembrano essere più ragionevoli (prezzi in calo, per farla breve) e la richiesta di compra-vendita del mattone è in aumento.

I PREZZI

Come si vede nel grafico, i costi al metroquadrato sono in netto calo (-5,3% nell’ultimo anno). I dati sono di immobiliare.it.

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LE ZONE PIÙ RICHIESTE A TRENTO: CENTRO E COLLINA GIÙ, PRIMA PERIFERIA SU

Marco Mongera, socio dello Studio 55 di Trento, andiamo diretti al punto: è vero che il mercato immobiliare è in ripresa?

«Assolutamente sì. Faccio un solo esempio: nei primi 4 mesi dell’anno abbiamo avuto un incremento del numero di richieste dell'85%. Ovvero telefonate di persone interessate a case o appartamenti: se l’anno scorso ricevevamo, nella stessa unità di tempo, 10 chiamate, oggi ne riceviamo 18,5. Questo non necessariamente corrisponde a un incremento delle vendite, ma posso assicurare che le transazioni sono in aumento».

Lei professionalmente sta vivendo in prima persona la crescita del mercato: cosa dicono i clienti?

«La gente ha voglia di ripartire. Si inizia telefonando e andando a vedere, poi si concretizza: dei dati non ci sono, perché spesso si tratta di operazioni lunghe, che possono durare anche un anno, ma appunto si cerca, si guarda e si vende».

Cosa cercano le persone a Trento?

«In generale perdono collina e centro storico, guadagna la prima periferia. Alcune zone come Cristo Re, Clarina, Bolghera, via Milano sono molto gettonate. Si cercano principalmente due o tre stanze con garage, nella fascia tra i 250 mila e i 390 mila euro: avessi cinquanta appartamenti con queste caratteristiche li venderei senza problemi. In molti vogliono abbandonare una delle due auto e la prima periferia permette di muoversi più agilmente. Il garage è diventato un must soprattutto perché è necessario per ricaricare l’auto elettrica. La collina è stata molto sopravvalutata negli scorsi decenni, quando Povo o Villazzano erano il top: oggi, a parità di disagi, si va a Calliano o a Caldonazzo, dove con le stesse cifre si prendono case con metrature molto maggiori e con il giardino. E tanto la macchina devi usarla comunque».

Tra gli attori dell’immobiliare, di chi i meriti maggiori?

«Sicuramente degli imprenditori e della gente. Banche ed ente pubblico vorrebbero andare in questa direzione, ma nell’operatività sono troppo lente. Le banche, pur offrendo tassi bassi, sono tendenzialmente diffidenti e faticano a erogare un mutuo. Però le persone che hanno qualche gruzzolo da parte non vogliono più tenerlo fermo, perché non rende. La politica spinge, però poi i problemi sono negli uffici: le normative sono confuse e i tempi lunghissimi. Avere risposte certe e rapide è spesso lo scoglio maggiore da superare, non tanto convincere una persona ad acquistare».

Chi cerca cosa? Nel senso: giovani che vogliono appartamenti centrali, o adulti che vogliono spostarsi dalla città?

«Si trova un po’ di tutto, quello che è certo è che c’è molto interesse. Diciamo che il bello lo vendi sempre. Noto molti che vendono la “vecchia” casa di proprietà per acquistarne una nuova, magari con una metratura maggiore. Infatti stiamo vendendo anche senza mutui, visto che, come dicevo prima, molti non vogliono più tenere i risparmi fermi in banca. Oltre al nuovo c’è la ristrutturazione: in quel campo ci sono dei benefici fiscali veramente pazzeschi, e molti cercano di sfruttarli».

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