Anziani «ripuliti» dei risparmi, condannato Alle parti civili risarcimento di 200 mila euro
È stato condannato a due anni di reclusione e 1000 euro di multa l’uomo imputato insieme alla moglie (che invece affronterà il processo in luglio) per circonvenzione di incapace e truffa
È stato condannato a due anni di reclusione e 1000 euro di multa l’uomo imputato insieme alla moglie (che invece affronterà il processo in luglio) per circonvenzione di incapace e truffa. L’imputato, un marocchino, dovrà versare alle vittime, due persone anziane, 200 mila euro. ll giudice Marco La Ganga ha inoltre subordinato la sospensione condizionale della pena al risarcimento del danno.
Il procedimento penale al centro del processo in rito abbreviato celebrato a Trento nasce da due diverse denunce, presentate dalle famiglie delle vittime, due anziani che, secondo l’accusa, sono stati «ripuliti» dei risparmi, con richieste di denaro per necessità impellenti e dietro la promessa, mai mantenuta, di restituire le somme. La coppia - lei è trentina - avrebbe approfittato dell’ingenuità e della bontà dei due anziani, che volevano aiutare un immigrato in difficoltà.
Ai coniugi, difesi dall’avvocato bolzanino Alex Janes, in un caso veniva contestato il reato di circonvenzione d’incapace (con danno quantificato in 43 mila euro) e nell’altro di truffa aggravata dalla minorata difesa e dalla rilevanza dell’importo (qui il danno contestato è addirittura di 137.500 euro). I due anziani danneggiati all’udienza del 6 giugno scorso si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Andrea de Bertolini e Enrico Marinelli. L’uomo, come detto, aveva scelto di procedere con rito abbreviato, condizionato alla sua testimonianza. La moglie, invece, per la quale la difesa aveva chiesto il proscioglimento, era stata rinviata a giudizio: il processo a suo carico si aprirà in luglio.
Due, come detto, le vittime, una delle quali soffre anche di una malattia neurodegenerativa. Nel 2010, secondo quanto ricostruito dall’accusa, sostenuta dalla pm Rosalia Affinito, l’anziano aveva conosciuto lo straniero, sposato con una donna dello stesso paese. L’uomo, deciso a dare una mano al marocchino, gli aveva proposto di aiutarlo in piccoli lavori. Un gesto di generosità di cui l’imputato avrebbe però approfittato per spillare denaro all’anziano. Tra la fine del 2012 e l’estate del 2013 l’anziano lo straniero avrebbe in più occasioni consegnato del denaro, che il marocchino chiedeva assicurando che appena possibile avrebbe restituito la somma. Invece il debito ha continuato a crescere. I soldi, secondo gli inquirenti, almeno in parte, sarebbero finiti direttamente in Marocco.
Ma a questi trasferimenti di denaro si aggiungono dazioni in denaro contante di 300 euro ogni 2-3 giorni. Una spirale di richieste cui l’uomo non sarebbe riuscito a sottrarsi. Alla fine la somma intascata supererebbe i 40 mila euro. Nel secondo caso la coppia è accusata di avere spillato una somma ancora più elevata ad una persona anziana, ma non malata (in questo caso il reato è truffa aggravata e non circonvenzione): dal 2012 al maggio del 2015 marito e moglie si sarebbero fatti dare 137.500 euro.
L’uomo, come detto, è stato ritenuto colpevole e il giudice La Ganga lo ha condannato a 2 anni di reclusione, subordinando la sospensione della pena al risarcimento dei danni alle vittime: 50mila euro nel primo caso (per il malato raggirato) e 150 mila per l’altro anziano truffato. Ferma restando la possibilità che la sentenza venga impugnata dall’uomo, resta aperta la posizione della donna, che peraltro appare più defilata, anche se per l’accusa avrebbe beneficiato anche lei di alcuni bonifici.