Polo cultura, ci sono i sì e anche i soldi Un bando nazionale porterebbe 18 milioni
Le proposte, le idee, la visione e la condivisione: fondamentali, ma c'è qualcosa di molto meno astratto e molto più indispensabile. Sì, esattamente: i soldi. Anche i progetti che rigurdano l'area del centro Santa Chiara, dall'ala che ospitava l'università all'ex mensa, rientrano in questa banale constatazione. A questo punto la buona notizia: i soldi potrebbero esserci. Lo conferma l'assessore Italo Gilmozzi: «A fine maggio è uscito un bando nazionale per la riqualificazione di aree marginali e degradate che necessitano di un intervento. Lavorando a spron battuto e mettendo nero su bianco delle veloci ipotesi abbiamo partecipato. Si parla di 18 milioni di euro».
Una cifra consistente, che potrebbe diventare potenzialmente molto più grande. «Se andasse in porto potremmo liberare 12,5 milioni di euro già messi a bilancio per la ristrutturazione di edicifi comunali. Soldi che potremmo investire per varie operazioni. Quali? Tantissime, dalle piscine al lido, per citarne solo due. Ma dovremmo discuterne, stiamo ragionando per supposizioni». Torniamo allora al nero su bianco: nel bando che ipotesi sono state inserite dal Comune di Trento? «Tra i requisiti del bando, che ha un massimo di cento punti, 25 vengono dati per la velocità di esecuzione dell'intervento. Noi abbiamo inserito la ristrutturazione della casa di riposo di via San Giovanni Bosco (12,5 milioni di euro), l'ex mensa del Santa Chiara (2,5 milioni) e la palazzina che si trova tra queste due strutture (1 milione). A questo andrà aggiunto l'intervento di qualche privato. Tempi? A novembre l'esito del bando sarà reso pubblico».
Detto della questione economica, torniamo a idee e proposte. E sentiamo altri tre assessori che sono coinvolti nella questione Centro Santa Chiara, pur con diverse competenze. Dopo il sì del sindaco Alessandro Andreatta, anche gli assessori remano nella stessa direzione, con una giunta più unita che mai nel nome della cultura. «La priorità è la ristrutturazione dell'ex mensa - conferma Mariachiara Franzoia - che verrà destinata alle politiche giovanili. È l'occasione per mettere nel cuore della città un luogo dove i giovani possano essere protagonisti con le loro idee e iniziative. Possiamo ampliare ulteriormente la valenza di una zona vocata all'arte e alla cultura».
Roberto Stanchina, che è stato recentemente «incoronato» dalla giunta come referente per quanto concerne la musica in città, è già avanti e ha già un'idea per il nome. «Si potrebbe giocare con le parole officina e fucina, creando una "offucina" di idee. Non parliamo solo di musica e spettacoli, ma di cultura nel senso più ampio del termine. Sarebbe un laboratorio fatto in casa, un fulcro dell'innovazione utile sotto diversi punti di vista: per fare un esempio banale, le luminarie di Natale potrebbero essere progettate e realizzate lì, con i grafici e i designer del posto. Nell'ala che ospitava l'università le start up potrebbero trovare casa a canone moderato e anche il parco avrebbe nuova vita». Ma riusciremo a «riempire» un posto così grande? A Trento ci sono così tante realtà tra gruppi, associazioni, aziende, che si occupano di cultura? «Se c'è un problema che l'amministrazione ha è quello di non riuscire a dare spazi a tutti coloro che li chiedono. Poi è anche vero che gli spazi pubblici non vanno regalati, perché l'ente non è un bancomat». C'è un conflitto con le idee di rilancio di Piedicastello, ovvero dell'ex Italcementi? «Assolutamente no. Diciamo che negli spazi espositivi di Piedicastello troverà posto quello che viene ideato e realizzato al Santa Chiara». Tempi? Quando si farà? «Con una battura dico ieri. Bisogna fare in fretta».
«La discussione in corso - ci dice l'assessore alla cultura Andrea Robol - ha centrato un punto importante: quel luogo potrebbe essere a rischio se lasciato vuoto. La cultura è motore della società, è anche attività imprenditoriale, e quindi gli investimenti in questo senso sono sempre positivi. Poi il tutto si collega perfettamente a TN18, ovvero Trento Capitale della Cultura: nel dossier abbiamo parlato molto di rigenerazione urbana e riqualificazione. Quindi, qualunque sia l'esito della candidatura, andiamo avanti su questa strada». Anche i soldi, a quanto pare, potrebbero esserci. «Questo è un punto centrale: le idee sono fondamentali e le visioni anche, ma rispetto al passato viviamo un momento di difficoltà economica. Quindi è giusto rimanere con i piedi per terra. Stiamo giocando due partite fondamentali che vanno avanti a braccetto: quella urbanistica, con la revisione del piano regolatore, e quella della visione culturale della città. Con il collega Gilmozzi stiamo tenendo monitorata l'area del Centro Santa Chiara, interrogandoci costantemente».