Sisma: «Come sempre siamo pronti ad aiutare»
Parla il presidente degli alpini trentini
«Ovviamente noi ci siamo, come sempre: sia come associazione nazionale, sia come sezione trentina, gli Alpini sono pronti a dare una mano alle popolazioni vittime del terremoto (lo speciale sul terremoto)». Il presidente dell’Ana Maurizio Pinamonti ci conferma che sta seguendo da vicino tutte le operazioni: «Siamo in costante contatto con la nostra Protezione Civile e anche io nel fine settimana andrò con il presidente Giorgio Debiasi sui luoghi della tragedia. E domani (oggi per chi legge ndr) i Nuvola partiranno all’alba. Noi eravamo pronti già la mattina dopo il terremoto, ci hanno telefonato tantissimi nostri iscritti per sapere come poter contribuire e dare un aiuto concreto: ho detto loro che questi sono giorni per capire, analizzare, valutare. Poi ci muoveremo».
Quella alla solidarietà non è una corsa e nemmeno una gara: necessita, infatti, di essere fatta dopo alcuni momenti di riflessione. «Nel momento di emergenza c’è confusione, tutti corrono, ovviamente e giustamente. Però per noi è necessario prima valutare bene quanto accaduto e capire dove e come possiamo essere utili, non si può improvvisare». Come già dimostrato tante volte in passato, gli Alpini trentini saranno pronti in prima fila.
«Credo avremo un ruolo nella ricostruzione di qualche edificio, come fatto in passato, in Emilia a Rovereto sulla Secchia o in Abruzzo a Paganica. Il nostro intervento sarà mirato, costruiremo o meglio ricostruiremo qualcosa che sia utile e che possa servire alla comunità. Restiamo in attesa di sapere con esattezza dove, come e quando e poi siamo pronti a rimboccarci le maniche, come sempre».
Come accennato la voglia di fare e di aiutare è tanta, ma per adesso questa voglia deve essere tenuta a freno. «Stiamo pensando anche a un qualche tipo di raccolta fondi, a un evento o a un’iniziativa, soprattutto per dare modo a tutti i nostri iscritti che si sono già proposti da giorni di potersi rendere utili. La tragedia ha colpito tutti e le immagini che arrivano da quei paesi distrutti sono molto forti. Ma ribadisco, non si può improvvisare, quindi verificheremo le reali necessità e poi interverremo in maniera precisa e puntuale».