Trento: sicurezza e urbanistica il Pd boccia la propria giunta
«Una città che ha le ali e non sa volare». Parafrasando Jovanotti la coordinatrice cittadina del partito democratico, Elisabetta Bozzarelli, fotografa la situazione di stallo che sta ingessando l'amministrazione Andreatta.
Per cercare di dare una spinta che permetta di tornare a spiccare il volo il Pd si è impegnato, al rientro dalle ferie estive, in un lavoro di analisi e di proposta sui grandi temi della vita cittadina.
Dagli incontri di cinque tavoli di lavoro tematici sono usciti gli spunti che ieri mattina l'assemblea di consiglieri comunali e circoscrizionali e rappresentanti dei circoli, riunita a Povo, ha fatto propri, consegnandoli alla coordinatrice in vista della riunione di maggioranza di sabato prossimo, 24 settembre. Un contributo per dare al partito di maggioranza relativa l'autorevolezza di un documento frutto di un percorso partecipato nel confronto con gli alleati.
I dem non fanno sconti alla giunta e al sindaco compagno di partito e il documento in qualche passaggio, specie in tema di urbanistica e sicurezza, è apertamente critico.
Cultura, Università, giovani e turismo.
«La candidatura di Trento a capitale della cultura 2018 è un'occasione straordinaria» ha esordito Vanni Scalfi, con Luca Filosi coordinatore del gruppo di lavoro. In questo contesto il bando ministeriale per la riqualificazione di aree degradate fa della ex mensa del S.Chiara il luogo della ripartenza delle risorse culturali. Potenzialità straordinarie vengono individuate nel turismo con margini di miglioramento anche oltre il milione di presenze registrato l'anno scorso. Poi ci sono i temi della valorizzazione del Palazzo delle Albere e della zona limitrofa, con un'analisi seria sulle opportunità offerte dall'eventuale spostamento dello stadio Briamasco. Si chiede poi di riaprire il confronto su giovani, Università e sfruttamento degli spazi cittadini per la musica. Infine un sì deciso alla realizzazione della mensa universitaria all'ex Cte.
Sicurezza e vivibilità.
«Il sindaco deve ammettere che in centro storico c'è un problema di sicurezza e che la giunta non è stata capace di risolverlo». Michele Brugnara lo dice senza peli sulla lingua e con Andrea Rinaldi sintetizza le riflessioni sul tema: «Bisogna riconoscere che il problema c'è senza minimizzare. La zona è frequentata da spacciatori e delinquenti e con l'abbassamento dei controlli di quest'estate la situazione si è aggravata».
Il Pd non vuole che l'argomento sicurezza diventi una bandiera del centrodestra e chiede maggiore incisività anche alle forze dell'ordine, da tradurre in meno pattuglie ferme in piazza e più controlli mobili tra le vie del malaffare, magari facendo uso massiccio dei cani antidroga. D'accordo sull'ipotesi, che sembra Andreatta voglia mettere in campo, di delegare un consigliere ad occuparsi specificamente di sicurezza e vivibilità urbana.
Sport.
In tema di sport il punto di partenza è la ridefinizione delle tariffe per gli under 18 per rendere l'attività maggiormente alla portata di tutti. Da qui a fine legislatura si dovrà affrontare la partita Asis, per capire se l'azienda speciale è lo strumento adatto per gestire gli impianti.
Ma la partita della consiliatura è la piscina olimpionica e l'impianto per i tuffi accanto al PalaTrento. Elisabetta Bozzarelli, Giuliano Andreolli e Cristiano Mosca hanno illustrato pro e contro delle ipotesi progettuali, da quella minimalista di una vasca da 50 metri per gli allenamenti a quella superlusso di un impianto con spalti, trampolini, piattaforma e vasca riscaldamento per i quali bisognerebbe aggiungere 5 milioni agli 8 stanziati dalla Provincia ma che darebbe risposta a tutti gli sport di piscina, compresa la subacquea, e permetterebbe a Trento di entrare nel giro dei meeting nazionali e internazionali, che portano gente e indotto notevoli in città.
Decentramento.
Le circoscrizioni così come sono non funzionano ma eliminarle vorrebbe dire rinunciare a quello che rimane il fulcro della partecipazione ai processi decisionali. Cristina Frassoni e Paolo Serra hanno sintetizzato le richieste in tre punti: riprogettare ruolo e funzioni delle circoscrizioni in un percorso da concludere entro la fine dell'anno prossimo; snellire le procedure burocratiche che oggi finiscono per allontanare anche le associazioni e il volontariato; separare funzioni amministrative e politiche razionalizzando i servizi ma mantenendo le rappresentanze elette.
Urbanistica, territorio e società.
L'avvio del percorso che dovrebbe portare a ridisegnare la città attraverso un nuovo Piano regolatore è il grande buco nero di questo avvio di consiliatura. Finora oltre agli annunci non si è visto nulla e i tempi diventano già stretti per concludere entro il 2019 un lavoro così ampio e complesso. Emanuele Lombardo, Beppo Toffolon e Enrico Lott, coordinatori di questo tavolo, non si nascondono il problema. Toffolon sospetta che l'immobilismo nasconda la mancanza di un accordo politico generale e lo considera un errore; nel senso che la politica dovrebbe a suo giudizio limitarsi a dare l'elenco dei problemi da affrontare senza voler indicare a priori le soluzioni. Fondamentale per il Pd sarà, in un piano che verrà elaborato a quanto sembra da un equipe composita, il ruolo del «direttore d'orchestra».
Ora gli spunti programmatici dovranno essere condivisi con gli alleati e negli interventi a fine assemblea è emerso chiaramente un certo scetticismo sulla loro capacità di confrontarsi positivamente. «Ma questo del confronto e dell'elaborazione deve essere il nostro metodo - ribadisce Bozzarelli - e ci impegnamo a proseguire su questa strada anche in futuro».