Ricorsi, valzer degli insegnanti in 300 classi Primaria, cambia docente il 20% dei 27 mila alunni
Saranno tra 250 e 300 le classi della scuola primaria trentina coinvolte nel valzer di insegnanti messo in moto dall'ordinanza del Consiglio di Stato che ha dato ragione a 164 ricorrenti contro la Provincia. Si tratta di quasi un quinto delle 1.449 classi in cui sono inseriti 27 mila alunni. Ai 164 cambi imposti dall'ordinanza, infatti, vanno aggiunti, secondo il segretario regionale della Uil Scuola Pietro Di Fiore , gli avvicendamenti nelle classi dove una parte dei ricorrenti, «almeno la metà» sostiene Di Fiore, aveva avuto incarichi di supplenza o sostituzioni per maternità.
I sindacati parlano di «guerra fra precari» che Piazza Dante avrebbe potuto evitare e sottolineano che sui 2.900 insegnanti delle elementari ce ne sono almeno 300 precari. Le opposizioni attaccano: la responsabilità di questo pasticcio è della giunta provinciale. Ma il presidente Ugo Rossi , che è anche assessore all'istruzione, replica: il caos è nazionale, c'è un disastroso accavallarsi di decisioni giurisprudenziali. «E non sono mai state fatte tante stabilizzazioni di precari come negli ultimi anni». L'ordinanza del Consiglio di Stato che impone di inserire nelle graduatorie, nella cosiddetta «quarta fascia», 164 insegnanti con il diploma magistrale abilitante ante 2002, costringe la Provincia a sostituire a due mesi dall'inizio dell'anno scolastico altrettanti insegnanti laureati, cioè col requisito post 2002, che avevano avuto l'incarico. Piazza Dante è pronta, assicura Rossi, tanto che aveva dato gli incarichi con riserva. Ma perché la Provincia non ha provveduto subito dopo l'ordinanza del 5 agosto a inserire i diplomati in graduatoria? «Le graduatorie andavano preparate in base alla sentenza del Tar - precisa Rossi - Se avessimo fatto diversamente, l'anno scolastico rischiava di cominciare in ritardo».
«Il problema è nazionale - prosegue Rossi - l'8 novembre è attesa la pronuncia della Cassazione sulla competenza in materia del giudice amministrativo o del giudice ordinario. Il 16 il Consiglio di Stato indica le linee guida su queste cause. È un disastro, ci sono norme e sentenze che si accavallano. Noi abbiamo dato voce agli interessi di tutti assumendo le persone con riserva. La scuola trentina ha assorbito pienamente le difficoltà, altrimenti la stessa ordinanza non ci avrebbe dato altri trenta giorni». Per quanto riguarda la stabilizzazione dei precari, Rossi sottolinea che «tre anni fa c'era la metà degli stabilizzati di adesso. Stiamo aumentando gli organici, la settimana prossima salutiamo i nuovi ingressi nella scuola. Abbiamo stabilizzato come mai prima, a partire dall'accordo con i sindacati».
I numeri forniti dalla stessa Provincia dicono che in questo anno scolastico il personale di ruolo negli istituti scolastici provinciali conta 5.866 insegnanti, di cui 126 stabilizzati, rispetto ai 6.051 dell'anno scorso, con 289 stabilizzati. Nella scuola primaria gli insegnanti di ruolo sono 2.604 (erano 2.633 nel 2015-2016) con 72 stabilizzati (205 l'anno scorso). E gli insegnanti non di ruolo? L'ultimo dato è riferito all'anno scolastico 2014-2015 e indicava 529 precari incaricati in totale, di cui 297 nella scuola primaria. «Alcuni insegnanti che seguiamo noi si sono rivolti al giudice del lavoro invece che al Tar - afferma il segretario Uil Scuola Di Fiore - Dobbiamo aspettare cosa decide la Cassazione sulla competenza». Questo conferma il caos giurisprudenziale denunciato da Rossi, ma segnala anche che nuovi ricorsi potrebbero essere accolti. «La responsabilità di questa guerra tra precari - sottolinea Di Fiore - è in primo luogo dei ministri dell'istruzione che si sono succeduti in questi anni e poi della stessa Provincia che qui ha la competenza in materia. Dovrebbero ragionare di più con chi la scuola la fa».
«Se la Provincia avesse ottemperato all'ordinanza - aggiunge Di Fiore - ora non avremmo il valzer degli insegnanti e aggravi per i conti pubblici, visto che bisognerà pagare i ricorrenti che non hanno altri incarichi per i due mesi di scuola che non hanno fatto. Poi c'è il tema generale della stabilizzazione dei precari: il governo sembra se ne stia accorgendo, la Provincia non ancora».
DELSA
«Rossi si assume le responsabilità di quanto accaduto? Allora si dimetta». Lo afferma la segreteria del sindacato Delsa, quello che ha seguito il ricorso dei 164 insegnanti della scuola primaria. «Ribadiamo - si legge in una nota - che la Provincia per l'intero mese di agosto non solo non abbia affatto aggiornato la graduatoria con i nominativi dei ricorrenti, ma abbia attivato la procedura di inclusione dei nostri assistiti solo a giochi fatti, ossia dopo il 31 agosto. La procedura di inserimento per i nostri ricorrenti si è così conclusa a scuola già avviata, nonostante l'ordinanza cautelare del 5 agosto fosse tesa proprio ad evitare l'assegnazione delle cattedre da una graduatoria potenzialmente illegittima». Rossi viene anche definito da Delsa «il Presidente di una piccola provincia italiana» che rivela «mancanza di rispetto» nei confronti del Consiglio di Stato «che, oltre ad essere organo consultivo della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei ministri, è anche ultimo grado della giurisdizione amministrativa».
«Ugo Rossi mi ha fatto vergognare di essere trentino» afferma dal canto suo il consigliere provinciale Claudio Cia che sottolinea che la vicenda riguarda «centossessantaquattro trentini, anche se gli esclusi sono stati 406, dei quali i richiedenti posto da fuori Provincia hanno rinunciato a fare ricorso per non perdere l'assegnazione pure nella loro regione». Per Cia «la nostra Provincia ha corso il rischio di vedersi espropriata di uno dei gonfaloni culturali che sventola da secoli sul Trentino, per il sistema scolastico istituito nel 1775 da Maria Teresa d'Austria. Ma la leggerezza, l'incapacità amministrativa e l'indifferenza con la quale questa giunta ha trattato la questione rimarrà una macchia indelebile sul volto della nostra Autonomia. Con la vita delle persone non si dovrebbe mai giocare d'azzardo».