Asili nido: finalmente i tagli Li prevede la la finanziaria
Le tariffe pagate per gli asili nido dalle famiglie con indicatore Icef fino a quota 0,40 con il nuovo anno verranno ridotte. È una delle conseguenze dell’approvazione della finanziaria provinciale. L’articolo 26 della legge di stabilità introduce infatti il meccanismo del contributo che verrà erogato in maniera retroattiva dal primo gennaio di quest’anno alle famiglie che usufruiscono del servizio di asili nido.
I paletti fissati dalla Provincia, attraverso la presidenza di Ugo Rossi che si sta occupando direttamente della questione, saranno recepiti nella delibera di giunta che dovrà dare il via al meccanismo di contribuzione per le famiglie. Gli aspetti da tenere in considerazione sotto l’aspetto tecnico sono molteplici, a partire dal fatto che occorrerà fissare la tariffa standard provinciale e poi su quella base stabilire che quota di contributo verrà erogato alle famiglie che usufruiscono del servizio.
Il provvedimento non riguarda solo gli asili nido comunali, per i quali la finanziaria approvata il 22 dicembre scorso ha messo a disposizione 3,2 milioni di euro, ma anche quelli privati e le Tagesmutter (la finanziaria provinciale ha messo a disposizione altri 500.000 euro).
In totale, spiega il direttore generale della Provincia, Paolo Nicoletti «si dovrebbe coprire il 70% delle famiglie che usufruiscono del servizio, visto che entro lo 0,4 di Icef sono comprese appunto sette nuclei su 10 tra quelle che mandano i bambini ai nidi».
Il meccanismo della riduzione delle tariffe riguarderà le rate pagate nel corso del 2017, ossia quelle che vengono versate per i mesi da gennaio in poi dalle famiglie che mandano i bimbi all’asilo. Il contributo previsto massimo a seconda dell’indicatore Icef. Più nel dettaglio l’abbattimento delle tariffe per gli asili nido prevede 40 euro al mese di contributo per le famiglie con Icef fino a 0,20; tra i 20 e i 250 euro tra 0,20 e 0,40. Resta la tariffa attuale, ovvero quella decisa dal Comune di riferimento, per chi ha un Icef superiore a 0,40.
L’intervento per aiutare le famiglie a pagare le rette degli asili nido, che oggi arrivano anche a 500 o oltre 600 euro al mese, consisterà in una integrazione dell’assegno regionale al nucleo familiare, con la quale sarà corrisposta la differenza tra le tariffe attualmente applicate e quelle fissate dalla Provincia. Se la frequenza è a tempo parziale l’intervento pubblico sarà proporzionato.
L’obiettivo è quello di cercare di calmierare le tariffe massime che oggi, specie nelle valli, sono molto alte ma che non è facile ridurre, aiutando direttamente le famiglie a pagarle.
La Provincia ha preso come riferimento il modello della città di Trento per estenderlo a tutta la Provincia. Oggi nel capoluogo la frequenza a tempo pieno compreso sabato mattina costa 493,81 euro al mese come limite massimo, per chi ha un Icef sopra lo 0,3838, sotto scende intorno ai 250 euro. La tariffa minima del tempo pieno con sabato mattina è di 45,88 ma si deve avere un Icef inferiore a 0,05.
Secondo i calcoli della Provincia le risorse messe sul tavolo dovrebbero consentire ai beneficiari un taglio di circa il 40% della tariffa prevista per le rette ai nidi comunali, privati o per la Tagesmutter.
Per capire i criteri e i benefici effettivi che saranno assegnati agli utenti dei nidi, bisogna attendere la delibera di giunta che dovrebbe essere pronta nelle prossime settimane. A quel punto l’Agenzia per la previdenza e l’assistenza dovrà raccogliere i dati Icef di tutti gli aventi diritto oltre ad altri elementi (come l’accesso ad altri benefici per la famiglia) per procedere al calcolo del contributo e al suo versamento nei mesi a venire.