Un tesoro di anabolizzanti nel caveau Dalla Romania e Trento valore 7 milioni di euro
Sarà incenerito il "tesoro" di farmaci dopanti - circa 300 mila confezioni per un valore sul mercato nero del doping di sette milioni di euro - fatto sequestrare dalla procura di Trento in Romania.
Il carico è stato poi trasferito in Trentino grazie ad un un'operazione coordinata dal Nas che ha dimostrato di avere non solo doti investigative, ma anche logistiche e diplomatiche. Il lungo viaggio in camion dalla Romania all'Italia delle sostanze dopanti è stato infatti scortato da forze di polizia di quattro paesi che il Nas ha coinvolto attraverso l'Interpol. Il corpo di reato, che come tale viene conservato in vista della sua distruzione, non è certo agevole da conservare. I farmaci - tra cui ci sono prodotti nati per curare l'osteoporosi femminile e il carcinoma mammario, ma utilizzati anche fini dopanti - sono stati depositati in un caveau, unico luogo che potesse garantire una conservazione sicura ed efficace.
L'inchiesta, coordinata dal pm Davide Ognibene della Direzione distrettuale antimafia di Trento in collaborazione con il collega della Diicot romena, è ormai in dirittura d'arrivo. L'accusa per gran parte degli indagati, molti dei quali hanno confessato collaborando alle indagini, è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze dopanti e di stupefacenti (tali vengono considerati alcuni farmaci sterodi e anabolizzanti, come il Nandrolone, usati nel doping). Passando al setaccio il contenuto di alcuni computer, sequestrati nell'ambito dell'inchiesta «Farmalake» anche a due farmacisti trentini, gli inquirenti sono riusciti a fare un salto di livello risalendo ai canali di approvvigionamento che, dall'Italia, portavano in Romania e Moldavia.
Ad ottobre vennero arrestate 11 persone (sei in Romania e cinque in Italia) in quella che fu ribattezzata operazione «Sterozi». Un procedimento che dimostra come, nonostante i molti colpi già inferti dal Nas, il mercato degli anabolizzanti non conosca crisi. In questo caso i militari sono riusciti a troncare i canali di rifornimento facendo sequestrare in Romania un vero "tesoro".
Il business, infatti, è estremamente redditizio: una fiala che in farmacia, con regolare prescrizione medica, costerebbe 3,5-5 euro, al mercato nero degli anabolizzanti ricercati da sportivi e body builders arriva a costare 75/80 euro.
Per i multidosi si possono toccare anche 180 euro. A dare la misura di quanto il sodalizio criminale fosse spregiudicato il fatto che alcuni degli indagati devono rispondere anche di commercio di farmaci imperfetti o guasti (perché scaduti o mal conservati). Impressionante è anche la tipologia e la varietà dei farmaci utilizzati per il doping. Tra le 300 mila confezioni poste sotto sequestro c'è anche il Testovis, usato in genere per trattare l'osteoporosi e il Tamoxifene, un farmaco utile nei casi di cancro alla mammella che però ha una "seconda vita" anche per contrastare alcuni effetti indesiderati per chi assume anabolizzanti. Tutto ciò era disponibile via internet grazie ad un sito multilingue e fornitissimo. Un pericoloso mercato per aspiranti stregoni a caccia di una scorciatoia farmacologica per "pompare" le prestazioni sportive, o presunte tali.