Doppia bancarotta, costruttore in cella Fallì il salvataggio dell'impresa di famiglia Pena di 4 anni e 6 mesi per Rocco Paisoli
I carabinieri si sono presentati a casa di Rocco Paisoli martedì.
L'imprenditore di Storo, molto noto in tutta la valle del Chiese per il suo impegno in campo sociale e sportivo, era pronto.
Dopo il passaggio in giudicato di una seconda condanna per bancarotta fraudolenta, il rischio di finire in carcere per scontare la pena ormai definitiva era una possibilità molto concreta. E infatti, puntuali, i militari dell'Arma hanno notificato all'imprenditore un ordine di esecuzione per scontare una pena complessiva di 4 anni e 6 mesi.
Il difensore di Paisoli, l'avvocato Stefano Frizzi, ha fatto subito ricorso al giudice dell'esecuzione con l'obiettivo di spianare la strada all'affidamento in prova ai servizi sociali. Intanto, però, Paisoli dovrà attendere in carcere a Trento che la giustizia faccia il suo corso.
Giustizia che per ora non ha fatto sconti a Paisoli. L'imprenditore si trova sul collo una doppia condanna per bancarotta fraudolenta. La prima riguarda il fallimento della Costruzioni Paisoli Nicola srl, costituita nel 2005 nel tentativo di salvare un ramo d'azienda della storica impresa di famiglia, la Costruzioni edili Paisoli snc. Quest'ultima società , fondata nel 1986, aveva vissuto anni di grande espansione fino a diventare tra le prime a Storo per volume d'affari e numero di dipendenti (una trentina negli anni migliori). Poi, però, era arrivata la profondissima crisi del settore edile. La situazione debitoria si era fatta di anno in anno sempre più pesante. Il tentativo di salvataggio, con acquisizione di ramo d'azienda, non andò in porto: la Costruzioni Paisoli srl fallì con sentenza del novembre del 2010.
La procura aprì un procedimento penale a carico dell'amministratore, Rocco Paisoli, ipotizzando il reato di bancarotta fraudolenta. La difesa ha sempre sostenuto che l'imprenditore agì senza fini di arricchimento personale con l'unico obiettivo di salvare la società. Paisoli venne comunque condannato a 2 anni di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. La cosa sarebbe finita lì, senza particolari conseguenze penali, se "a ruota" non fosse arrivato anche il fallimento della Paisoli Nicola e Rocco snc, dichiarato nel luglio del 2015. Anche in questo caso il fascicolo finì sul tavolo della procura che aprì un nuovo procedimento per bancarotta fraudolenta. Le contestazioni in questo caso si limitavano a circa 10 mila euro, sufficienti però per arrivare ad una nuova condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione, senza la condizionale ormai «bruciata».
Quest'ultima sentenza è passata in giudicato nei giorni scorsi dopo che la Cassazione ha respinto l'ultimo ricorso della difesa.
A questo punto è scattato l'ordine di esecuzione della procura che ha anticipato gli affetti della revoca della sospensione condizionale della prima condanna. Secondo la procura Paisoli dovrebbe scontare 4 anni e 6 mesi, cioè la somma delle due condanne. L'avvocato Frizzi ha già fatto ricorso al giudice dell'esecuzione ritenendo che i due procedimenti penali, anche se formalmente diversi, riguardassero di fatto un unico doppio fallimento.
La difesa spera che venga concessa la continuazione. L'obiettivo è ottenere un cumulo di pena al massimo di 3 anni così che Paisoli possa lasciare il carcere per essere affidato in prova ai servizi sociali.