«Salute, sanità e saperi» l'assemblea all'Università

«Salute, sanità e saperi», questo il tema dell’assemblea aperta di ateneo 2017, tenutasi questo pomeriggio nell’auditorium della sede universitaria di Trento.

L’assemblea di ateneo è il momento di sintesi finale di un percorso di incontro e conoscenza reciproca che si è sviluppato da marzo a oggi attraverso visite (ad esempio al centro interdipartimentale di ricerca in tecnologie biomediche BIOtech) e incontri sui temi della salute in relazione alla formazione e alla ricerca in un’ottica di innovazione, qualità e sostenibilità.

Il presidente dell’Università di Trento, Innocenzo Cipolletta, ha ricordato l’importanza di questo appuntamento come occasione per presentare al territorio «le attività di ricerca scientifica e di formazione, anche permanente, che facciamo nell’ambito delle scienze mediche e delle scienze per la vita, le collaborazioni attive con istituzioni, aziende sanitarie e ordini professionali e i servizi nei quali siamo impegnati che sono rivolti a tutti i cittadini nel campo della salute».

Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha parlato di una «dilagante cultura antiscientifica, cure improbabili, pensiero magico» e ha sottolineato come l’Università «possa contrastare questa deriva e portare il suo contributo importante di informazione e di divulgazione».

A rappresentare la Provincia autonoma di Trento erano presenti gli assessori Luca Zeni e Sara Ferrari. «L’università è il luogo della conoscenza, nel quale l’approfondimento e lo scambio tra studiosi porta a contenuti al tempo stesso nuovi ed antichi, e favorisce la diffusione del sapere», ha detto Zeni.

«Oggi, voglio dirlo in modo esplicito e chiaro - ha sottolineato l’assessora Ferrari -  i rapporti tra Università di Trento e Provincia autonoma di Trento sono eccellenti. Il mio invito è quindi a lasciare da parte le accuse e le congetture per concentrarci invece sulle molte cose che stiamo facendo insieme, nella cornice dell’accordo di programma, ciascuno con il proprio compito, il proprio ruolo e la propria autonomia, ma tutti perfettamente consapevoli che ci troviamo all’interno di un sistema che solo continuando a pensare, progettare e costruire il futuro in modo armonico, potrà continuare a dire qualcosa in Italia, in Europa e nel mondo e mantenersi tanto avanzato e attrattivo».

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