Bollo auto, battaglia della Provincia con lo Stato Il ministero dell'economi vuole 5 milioni e mezzo
Vale 5 milioni e mezzo di euro la battaglia legale che vede su fronti opposti la Provincia e lo Stato.
Oggetto del contendere sono i versamenti del bollo auto che finiscono nelle casse di Piazza Dante e che il Ministero dell'Economia ritiene di poter parzialmente riscuotere. Con un decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 13 maggio la Ragioneria generale dello Stato ha indicato gli importi spettanti all'erario che «saranno versati dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano» con la causale «Compensazione tasse automobilistiche anno 2013» entro il «termine perentorio di 60 giorni».
Il ministero chiede di farsi trasferire il maggiore gettito della tassa legato agli aumenti introdotti nel 2007 in base al principio di sostenibilità ambientale che «penalizza» i veicoli più inquinanti rispetto a quelli ecologici. «Qualora il versamento degli importi spettanti all'erario non sia effettuato entro il termine indicato, il Dipartimento della ragioneria generale dello Stato provvederà al recupero mediante corrispondente riduzione dei trasferimenti erariali destinati a ciascuna Regione e Provincia autonoma, le cui autorizzazioni di spesa risultano iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e finanze» si legge nel decreto.
Il governatore Ugo Rossi e la sua giunta hanno deciso di opporsi, ricorrendo al Tar del Lazio.
La Provincia - forte di una recentissima sentenza della Corte costituzionale - sostiene infatti che la disciplina della tassa spetti a Trento e non a Roma. Secondo il governo il bollo sarebbe un tributo erariale, oggetto della competenza esclusiva statale e non costituirebbe un tributo proprio della Provincia. Su questo la Consulta ha peraltro già dato ragione a Piazza Dante, sulla base della modifica allo Statuto di autonomia con l'accordo di Milano nel 2009. All'articolo 73 lo Statuto recita infatti: «Le tasse automobilistiche istituite con legge provinciale costituiscono tributi propri».
Qualche anno fa Roma si era invece rivolta alla Consulta chiedendo che venisse cancellata l'esenzione del bollo per le auto storiche tra i 20 e i 30 anni di età prevista dalla legge finanziaria provinciale.
La giunta chiede ora l'annullamento della norma al Tar del Lazio, affidando la difesa delle ragioni di Piazza Dante all'avvocato della Provincia Nicolò Pedrazzoli, al professor Giandomenico Falcon di Padova e all'avvocato Luigi Manzi di Roma. La posta in gioco è di 5 milioni 490mila euro, calcolato su un totale di 461.103 versamenti.
Secondo la richiesta del Ministero dell'economia, Bolzano dovrà pagare invece 4,3 milioni (231.923 versamenti).