Rosy Bindi dai commissari del governo di Trento e Bolzano
«In Trentino Alto Adige non ci sono significativi elementi riconducibili alla criminalità organizzata, ma non c’è sottovalutazione da parte della magistratura e delle forze dell’ordine. Guai abbassare la guardia».
Lo ha detto la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, al termine di un vertice con i commissari del governo di Trento e Bolzano.
«Tuttavia - ha aggiunto - il territorio è ricco ed è un punto di attrazione per chi intenda investire, ma bisogna contare sulla capacità di resistere da parte del tessuto civile e sociale per respingere qualsiasi tipo di infiltrazione».
«Una particolare attenzione - ha aggiunto Bindi - è riservata al settore porfido, mentre sul riciclaggio prosegue l’attività di segnalazione. Tuttavia non ci sono segnali collegati alla criminalità organizzata».
Negli ultimi anni, hanno ricordato i commissari del governo di Trento e Bolzano, Pasquale Gioffrè e Vito Cusumano, i beni confiscati sono stati 15, di cui 14 per usura e solo uno per sospetta attività mafiosa condotta però fuori regione.
«Occorre tipizzare il reato di concorso in mafia, non basta l’associazione e il favoreggiamento non è sufficiente. Non possiamo permetterci di rinunciare a un mezzo per colpire la zona grigia della criminalità organizzata e i colletti bianchi», ha detto ancora la presidente della Commissione antimafia.
«Sono rimasta giuridicamente stupita dalla sentenza Contrada», ha aggiunto.
«Gli atti intimidatori di Palermo sono gravi e immediatamente da condannare e non da sottovalutare. Rappresentano un’offesa ad un martire della Repubblica e alla coesione sociale e civile del Paese. Dobbiamo sempre ricordare che è lo Stato che contrapponendosi alla mafia difende la nostra libertà», ha aggiunto.