Il portavoce dei 5 Stelle denuncia la Provincia per KJ2
Il portavoce parlamentare del Movimento cinque stelle alla Camera, Paolo Bernini, ha presentato una denuncia «per l’uccisione della mamma orsa e per il maltrattamento dei suoi cuccioli, presumibilmente incapaci - sostiene - di sopravvivere da soli».
«Quanto accaduto all’orsa Kj2, fucilata per volere del presidente della Provincia di Trento - afferma - è inaccettabile per un paese civile. È un paradosso grottesco e inaccettabile ricevere fondi e fucilare poi gli animali. Per questo sarà anche utile l’esposto alla Corte dei conti dell’Ue, per sapere se uccidere le orse riproduttive sia uno degli obiettivi del progetto finanziato per oltre 8 milioni di euro».
«Sconcertante poi - aggiunge - anche l’assordante silenzio del Ministro della “distruzione” dell’Ambiente Galletti che, ancora una volta, ha consentito l’uso di metodi cruenti e incivili per la gestione di specie particolarmente protette da normative nazionali e internazionali».
Immediata la replica della Provincia che contesta la ricostruzione fatta dall’esponente grillino, accusandolo di «gravi inesattezze» e «opera di disinformazione».
«Come ben sanno tutti coloro che non si sono occupati solo occasionalmente del progetto - sottolinea il governatore, Ugo Rossi - il ripopolamento in Trentino è stata un’esperienza di successo, considerato che oggi, a 20 anni dal suo inizio, abbiamo sul territorio, caso unico in tutto l’arco alpino, una popolazione di orsi bruni fra i 50 e i 60 esemplari. Anche a livello europeo il caso trentino è visto con grande favore ed è sorprendente che proprio in Italia qualcuno cerchi di sminuirne la portata o addirittura di mettere in dubbio la correttezza di chi fino ad oggi lo ha gestito, in gran parte con risorse umane e materiali proprie».
In sintesi la Provincia osserva che:
- viene detto che abbattere un orso problematico non è accettabile per un Paese civile: il controllo degli orsi anche mediante abbattimento nei casi di pericolosità per l’uomo è una prassi adottata proprio nei paesi «civili», qualsiasi cosa significhi questa espressione, Scandinavia e Nord America su tutti;
- i fondi europei che la Provincia ha ricevuto per la gestione degli orsi non sono pari a «8 milioni» ma, ad oggi, esattamente ad euro 211.995,85 (progetti Life Arctos e Life Dinalp, quest’ultimo ancora in corso); il Parco naturale Adamello Brenta ricevette invece circa 1,5 milioni in 8 anni (negli anni 1997-2004, ovvero durante il periodo di vita del progetto Life Ursus). Dunque la Provincia autonoma di Trento da sempre sostiene i costi della gestione dell’orso in modo assolutamente prevalente, cioè con fondi propri, coprendo oltre il 90% della spesa totale;
- il controllo degli orsi anche, in ultima istanza, attraverso la loro rimozione, è assolutamente conforme alla normativa UE (direttiva Habitat n. 92/43/CEE);
- il personale che gestisce l’orso in Trentino è preparato e competente; lavora da sempre in stretto raccordo con i maggiori esperti di orso in Europa e nel mondo e fa parte di autorevoli organi scientifici (Bear Specialist Group dell’IUCN, International Bear Association- IBA Large Carnivore Initiative for Europe - LCIE);
- ogni azione di rilievo nella gestione degli orsi in Trentino è stata, è, e sarà, presa sentiti anche i maggiori esperti in materia; è stato così anche nel caso della gestione di KJ2;
- infine, il progetto Life Ursus non è stato avviato senza le «valutazioni fondamentali e necessarie per prevenire i possibili conflitti»; è vero l’esatto contrario perché il progetto è partito solo dopo l’autorevole Studio di fattibilità di ISPRA (1997) che lo precedette e lo fondò.