Ferrovie, Valsugana e Trento-Malé a senso unico nelle fasce orarie «calde» al mattino e al pomeriggio L'ipotesi per accelerare le direzioni più frequentate
Ferrovie della Valsugana e della Trento - Malé «a senso unico» in alcune fasce orarie, con meno fermate o con orari differenziati a seconda della preponderanza di turisti o pendolari nelle diverse stagioni: sono queste le idee a cui il Servizio Trasporti Pubblici della Provincia di Trento sta lavorando, per rendere i treni più attrattivi e competitivi.
In un mondo che ha eletto la velocità a valore non può essere indifferente, per chi gestisce le linee ferroviarie a binario unico, considerare che la rapidità negli sposamenti costituisce una discriminante nella scelta del mezzo di trasporto. E infatti in Provincia il problema se lo sono posto e intendono mettervi mano, riorganizzano un settore considerato strategico per lo sviluppo: quello del trasporto pubblico locale.
Così, oltre a ripensare quello su gomma, incrementando autobus e autisti dal 2018 ( l'Adige di domenica), il Servizio provinciale sta studiando come migliorare i collegamenti ferroviari da e per le valli. Per farlo, ha affidato uno studio che dovrà dare indicazioni precise entro dicembre a Ferdinando
Stanta , docente al Politecnico di Milano e specializzato in Economia e management delle imprese di trasporto. Stanta collabora da diversi anni con varie regioni ed enti locali sui temi della regolazione, programmazione e analisi economica dei servizi di trasporto locale, convenzionali e innovativi, con una specializzazione particolare sui servizi ferroviari. Tra le sue collaborazioni, c'è anche quella con la Provincia di Bolzano.
Roberto Andreatta , dirigente del Servizio Trasporti, spiega: «Lo studio è il passo successivo alla tavola rotonda che si è svolta il 19 settembre all'Università di Trento, sulle performance delle linee ferroviarie a binario unico. Che, per noi, sono insufficienti».
O, quanto meno, poco competitive: in effetti, per percorrere 36 km tra la stazione di Trento e Borgo Est, il treno impiega 65 minuti con una media oraria inferiore ai 35 km e, analogamente, lo stesso avviene per la tratta Trento - Cles. «Ma tutto quello che è sotto i 50 km orari, nel trasporto regionale è considerato poco performante», commenta il dirigente.
E i dati testimoniano che è proprio così: «I circa 1200 passeggeri al giorno che scendono da Borgo verso Trento in treno rappresentano meno di un decimo di quelli che arrivano con l'auto. Quindi è chiaro che c'è un'ampia possibilità di attrazione inespressa».
Riconosciuto dunque che l'attuale modello di esercizio delle linee della Valsugana e della Trento-Malé non è performante, e che si può fare di meglio, come farlo a struttura invariata, ossia senza aspettare un improbabile doppio binario?
«Il tema, infatti, è che sul binario unico non è semplice coniugare la capillarità del servizio, ossia la fermata in ogni stazione, con l'esigenza della rapidità dello stesso, in un contesto che vede per le due linee un grande afflusso su Trento il mattino e un altrettanto forte deflusso il pomeriggio-sera», prosegue Andreatta. Ecco, dunque, alcune possibili soluzioni: «Dalla riduzione delle fermate intermedie a ipotesi più hard, come treni unidirezionali per fascia oraria».
In sostanza, quello a cui si sta pensando è rendere a senso unico sia la ferrovia della Valsugana sia la Trento-Malé in alcune ore del giorno, seguendo il flusso dei pendolari: «Questo ci consentirebbe di avere, sulle due linee, convogli ogni 20 minuti che sarebbero più veloci perché non incrocierebbero altri treni».
Quella che prospetta Andreatta, chiarendo che sarà comunque lo studio a definire le soluzioni migliori, è una rivoluzione non da poco, che intacca anche consolidate abitudini relative alla sosta dei treni in stazioncine minuscole, dove magari salgono e scendono pochissimi passeggeri al giorno: «Qualunque modifica dovrà essere spiegata, coinvolgendo le amministrazioni locali e i territori. L'obiettivo che ci siamo dati però è chiaro: la stiamo sfruttando al massimo o no, la ferrovia? In attesa di scenari come l'elettrificazione della Valsugana (ora diesel) o la costruzione dell'anello delle Dolomiti (col collegamento Primolano-Feltre), possiamo spremerla di più?».
Ma tra le domande a cui rispondere c'è anche quella dell'uso delle linee per il trasporto turistico: «Va bene lo stesso modello di esercizio per tutto l'anno? O nei periodi in cui scuole e aziende lavorano meno ma in Trentino arrivano decine di migliaia di turisti, vale la pena di pensare a un modello ad hoc?».
Il professor Stanta dovrà rispondere a tutte queste domande, ma l'obiettivo è arrivare a definire il nuovo orario estivo 2018 secondo nuove linee. Anzi, l'idea è di sperimentare l'unidirezionalità già prima, ossia in occasione dell'Adunata degli Alpini 2018, prevista dall'11 al 13 maggio. Tre giornate in cui, se non si vuole che Trento esploda, bisognerà davvero studiare di tutto, a livello di trasporti pubblici e collettivi.
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