Calceranica: il bimbo non vaccinato torna in classe I legali dei genitori valutano ora un risarcimento danni
È avvenuto ieri il reinserimento del minore escluso dalla scuola materna di Calceranica al Lago «Amici della scuola dell'infanzia». Il bambino potrà riprendere la frequenza anche se non in regola con le vaccinazioni rese obbligatorie dalla legge Lorenzin, come altri 2500 della fascia 0-6 anni che frequentano gli asili nidi e la scuola materna della provincia. A dichiararlo sono stati ieri in conferenza stampa gli avvocati di «Legali contro l'esclusione», un'organizzazione nata proprio per fare chiarezza sui vari casi di esclusione dovuti all'entrata in vigore del decreto ad inizio anno scolastico, Sara Graziadei e Danilo Pezzi che hanno seguito il caso della famiglia di Calceranica fin da subito. «Il rientro del bambino» hanno detto «avverrà nel pieno rispetto della legge oltre che delle delibere adottate in merito dalla Provincia».
Una vittoria «non solo del team legale ma anche dello Stato, ottenuta perseverando nella volontà di supplire alla carenza documentale». La problematica che ha fatto scattare il provvedimento di esclusione per cui il bimbo è stato escluso forzosamente da scuola per quattro giorni consecutivi era basata esclusivamente su cavilli burocratici e vizi di forma.
I legali sono chiari: dall'incontro di lunedì con le istituzioni «abbiamo avuto delucidazioni in merito all'iter e abbiamo saputo che la Provincia conosce altre modalità di prenotazione valide oltre il Cup online, che sono la raccomandata con ricevuta di ritorno e la Pec, come previsto dalla legge nazionale». I genitori del piccolo avevano presentato domanda di adeguamento tramite raccomandata e la motivazione per cui gli enti ritenevano che il bambino dovesse essere escluso dalla scuola materna era un problema di forma della richiesta: andava bene la modalità ma non il contenuto.
Nelle linee originarie la Provincia riconosce come unico metodo il Cup online senza specificare che il procedimento proposto è alternativo a quello predisposto dalla legge nazionale: fin da subito i legali avevano diffidato la scuola dal perseverare nel provvedimento d'esclusione «che poteva essere attuato solo se non perveniva alcun tipo di documentazione dato che in questo momento la conformità non è vaccinale ma meramente documentale», hanno chiarito.
È stato un «caso pilota» quello del bambino escluso dall'asilo di Calceranica che ha permesso però di fare chiarezza; a farne le spese però è stato il bambino su cui i fatti hanno avuto un'enorme ripercussione, dicono, riservandosi di valutare un eventuale risarcimento dei danni, causati dalla «rigidità nell'accettare solo la modalità di Cup online da parte della Provincia e da un deficit nella comunicazione. Nel momento in cui ci siano ancora dei bambini che non sono conformi alla norma l'iter corretto è quello di presentare la documentazione di avvenuta richiesta di documento vaccinale oppure l'adeguamento di vaccinazione per chi è conforme, l'esonero o l'omissione» hanno concluso.