Mele, paga dimezzata Meno lavoro: 600 euro
Le gelate e la grandine del terribile 2017 dell’agricoltura trentina decurtano il lavoro e gli stipendi dei lavoratori dell’ortofrutta. Le assunzioni nel settore, secondo l’Agenzia del Lavoro, sono diminuite di 8.600 unità, soprattutto per il taglio drastico dei raccoglitori. Tra i lavoratori rimasti a casa ci sono i 400 stagionali delle mele cosiddetti «non storici», quelli chiamati a coprire le punte di produzione, che quest’anno non lavoreranno affatto.
Le 900 cernitrici stagionali «storiche» invece stanno lavorando a rotazione, ma invece dei 22-23 giorni al mese consueti ne lavorano 9 o 10. Di conseguenza la paga da 1.300-1.400 euro scende bruscamente a 500-600 euro. Con questi stipendi andranno avanti fino ad aprile, difficilmente anche maggio e giugno. Sperando che quest’anno il tempo sia più clemente e che da luglio riprenda il ciclo produttivo normale della frutticoltura.
Intanto il 17 gennaio è arrivata la circolare dell’Inps che ufficializza lo stato di calamità naturale: riguarda tutti i Comuni trentini e consente di presentare domanda per gli aiuti. A differenza di prima, spiegano i sindacati, quando lo stato di calamità riguardava automaticamente tutte le aziende delle aree colpite, ora l’azienda con dipendenti deve presentare specifica domanda all’Inps. Il consorzio Melinda l’ha già fatto ma molti altri ancora no. Anche il singolo lavoratore che abbia fatto almeno cinque giornate contributive può presentare domanda e farsi riconoscere le giornate lavorate.
«Attraverso Ebot, l’ente bilaterale dell’agricoltura, sono stati liquidati gli aiuti 2017 della Provincia per 1,5 milioni di euro - spiega Fulvio Bastiani della Fai Cisl che insieme a Maurizio Zabbeni della Flai Cgil segue la vicenda - sia il sostegno una tantum ai 400 stagionali non storici, che non lavorano per niente, sia la quota 2017 agli stagionali storici per la diminuzione di ore lavorate. Ora però c’è il periodo più pesante, i primi sei mesi dell’anno, che potrebbero concludersi anche prima, ad aprile, perché c’è molto meno prodotto da lavorare. Non si hanno notizie del fatto che Melinda si sia procurata altro prodotto all’estero, ma in questo caso l’aumento di lavoro sarebbe solo di poche giornate».
Una cernitrice al terzo livello che lavora 22-23 giorni al mese su due turni prende in busta paga 1.300-1.400 euro. Con la decurtazione delle ore di lavoro, che le lavoratrici stanno distribuendo tra tutte loro, lo stipendio mensile scende a 500-600 euro. «L’aiuto al gruppo storico ristorerà in parte gli stipendi - puntualizza Bastiani - ma è urgente che venga previsto dalla Provincia».
L’assessore provinciale all’agricoltura Michele Dallapiccola, alla presentazione del sostegno alle imprese agricole colpite dal maltempo (vedi sotto), conferma che le risorse stanziate a sostegno dei lavoratori ammontano in tutto a 5 milioni, di cui 4,5 dalla Provincia, e comprendono anche la copertura per il primo semestre 2018.