Mandò l'arbitro al tappeto Prosciolto, ma paga 1.200 euro
Dopo il pagamento di 1.200 euro come risarcimento alla parte offesa, si è chiuso con l’estinzione del reato e il proscioglimento dell’imputato il processo a carico di un calciatore noneso finito nei guai per aver aggredito un arbitro.
L’episodio risale al 17 marzo dell’anno scorso.
Teatro della brutta vicenda, la palestra di Tuenno, dove si stava giocando Toros Locos - Ischia, match valido per il campionato di serie C2 di calcio a 5. Tutto avvenne nel corso del secondo tempo, con il risultato sul 3-4, quando un giocatore della formazione di casa ricevette dall’arbitro Stefano Plotegher di Lavis il secondo cartellino giallo, con la contestuale espulsione. Quando vide sventolare il cartellino rosso, Sebastiano Zanolini, 29enne di Tuenno, si avvicinò al direttore di gara. Il giocatore colpì al volto con entrambe le mani l’arbitro che finì a terra.
Plotegher venne subito soccorso dai giocatori, compagni dell’aggressore e avversari, e da uno dei dirigenti della formazione nonesa che aiutò l’arbitro a rialzarsi. Sorpreso, dolorante e stordito, Plotegher sospese l’incontro, andando negli spogliatoi per cercare di riprendersi. Vennero anche allertati i carabinieri che poi fecero una relazione sull’accaduto.
Plotegher, caricato dall’ambulanza, finì la serata al Pronto soccorso all’ospedale delle valli del Noce di Cles. Per fortuna gli esami esclusero lesioni importanti. Ma la prognosi inizialmente di soli 3 giorni, lievitò fino a 23 giorni sulla base di successivi certificati prodotti dalla parte offesa.
La vicenda è poi finita davanti alla giustizia, prima sportiva (a Zanolini venne inflitta una lunghissima squalifica) e poi anche ordinaria (dove invece il giocatore è stato prosciolto). Zanolini era imputato per lesioni volontarie.
La difesa, sostenuta dagli avvocati Giorgia Martinelli e Alberto Cunaccia, ha scelto di procedere con rito abbreviato dopo aver offerto 1.200 euro di risarcimento danni in favore di Plotegher, costituito parte civile con l’avvocato Francesco Scifo. La scelta della difesa alla fine si è rivelata azzeccata: il reato è stato riqualificato come lesioni inferiori ai 20 giorni. A questo punto la condotta riparatoria ha portato all’estinzione del reato dopo che il giudice ha valutato come congruo il risarcimento offerto, calcolato sulla base delle tabelle di Milano. A questo punto per Zanolini è arrivata la sentenza di «non luogo a procedere», prosciolto dunque.