Parroco: «Meglio le case chiuse» Multe a clienti, ora agenti in borghese
«Non sono competente in questa materia, ma non troverei nulla di strano nella riapertura delle case chiuse. Multare i clienti in strada non risolverà il problema». A dirlo è don Renato Pellegrini , decano della Val di Sole e parroco di nove parrocchie, da sempre attento ai temi sociali e vicino agli ultimi. Il religioso interviene dopo l’approvazione in consiglio comunale a Trento della delibera (proposta da Andrea Merler della Civica Trentina) che modifica il regolamento di polizia urbana.
Nel regolamento è stata introdotta una sanzione amministrativa specifica per punire quanti vengono colti in flagrante nel contrattare una prestazione sessuale con chi esercita il lavoro più antico del mondo: le multe previste sono comprese tra gli 89 ed i 534 euro. Attraverso un emendamento ad hoc il consiglio ha anche cancellato la multa alle lucciole, inizialmente prevista dalla delibera.
Il giro di vite scatterà ma non con effetto immediato: «Sarà necessario prima valutare attraverso quali modalità procedere - ha spiegato il comandante della polizia locale Lino Giacomoni - e confrontarci in proposito con l’amministrazione comunale. Sicuramente ci rifaremo alle esperienze di altre città, come Verona o Bolzano, dove provvedimenti simili sono già stati adottati per decidere come muoverci». Le ipotesi al vaglio sono svariate: «Si può andare dal presidio delle zone più segnate dal fenomeno con personale in borghese all’istituzione di divieti di fermata lungo determinate vie e strade, in modo da rendere punibile l’automobilista senza la necessità di dover accertare nel dettaglio il motivo della sosta».
«L’approvazione è arrivata al termine di un percorso di ascolto e confronto - spiega il presidente della commissione consiliare per le politiche sociale Michele Brugnara -. La multa è solo una delle misure che sono state introdotte e approvate dall’intera aula, perché crediamo si debba puntare soprattutto sulla protezione sociale delle vittime della tratta rafforzando l’assistenza di chi lavora in strada, per aiutare queste persone a uscirne. Insomma, non esiste solo l’aspetto del decoro urbano. È stato chiesto anche un potenziare i controlli da parte delle forze dell’ordine e l’avvio di percorsi educativi nelle scuole».
Il sindaco Alessandro Andreatta è stato peraltro impegnato ad emanare un’ordinanza per introdurre il divieto di fermata in alcune zone della città (che sarà concordato con le circoscrizioni), per cui chi non lo rispetterà incorrerà anche in una sanzione al codice della strada. «Infine, tra 12 mesi in commissione saranno relazionati gli effetti di queste misure al fine di prevedere eventuali correttivi» conclude il consigliere Brugnara.
Soddisfatto il proponente dell’iniziativa, Andrea Merler: «Non sono contrario al fenomeno della prostituzione, che ritengo vada regolamentato attraverso la riapertura delle case chiuse - sottolinea-. Se tutte le amministrazioni italiane introducessero queste multe, il Parlamento dovrebbe prenderne atto e agirebbe di conseguenza». Secondo Merler, il provvedimento avrà l’effetto di limitare il fenomeno del meretricio in strada: «Questa attività, che porta degrado, spaccio e sporcizia nelle strade, si sposterà negli appartamenti, mentre le prostitute che raggiungono la nostra città da Verona e Brescia non potranno permettersi l’affitto e dunque questa quota di mercato andrà ad esaurirsi».
Il parroco solandro don Renato Pellegrini scuote il capo: «La prostituzione è un’attività che è sempre esistita, sia prima sia dopo la legge Merlin. In strada queste persone possono dare fastidio, ma le sanzioni non risolveranno il problema e daranno piuttosto l’impressione ai benpensanti che basti una norma per risolvere il degrado. È necessario prestare maggiore attenzione alle problematiche vissute da chi svolge questo lavoro, ascoltare queste persone. È necessario trovare altre soluzioni: personalmente non troverei nulla di strano nella riapertura delle case di tolleranza».
L’assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari comprende il disagio delle persone che risiedono nelle zone frequentate da prostitute: «Ma questa iniziativa, che avrà l’effetto solo di spostare il problema, avrà un senso solo se accompagnata ad azioni di protezione sociale e di accompagnamento a un riorientamento di vita».