Dopo i danni da grandine e gelo polizze su del 30% in agricoltura
Dopo l’anno delle batoste nei frutteti del Trentino - colpiti dal gelo e dalla grandine - le assicurazioni hanno ritoccato al rialzo gli importi per garantire agli agricoltori un risarcimento in caso di eventuali danni alle colture.
Nel 2017 in Trentino era stato liquidato un risarcimento totale di 154 milioni di euro (di cui 108 nella sola Val di Non, regno delle Golden) e così le compagnie hanno aumentato i premi assicurativi (ossia le somme dovute alle società) per assicurare il raccolto.
In queste settimane gli imprenditori stanno dunque acquistando i pacchetti assicurativi predisposti dal Consorzio difesa produttori agricoli (Codipra) guidato dal presidente <+nero>Giorgio Gaiardelli<+testo>. «Diciassette delle 18 compagnie hanno rinnovato il contratto. La franchigia è rimasta invariata rispetto allo scorso anno» riferisce il numero uno del consorzio. Ad oggi ammonta a 280 milioni il valore delle produzioni assicurate, ma la previsione del Consorzio è che verranno presto superati i 300 milioni di potenziale risarcimento.
È logico che le tariffe - il cui ammontare dipende dal comune catastale e dal quantitativo di frutta assicurata - abbiano subito degli aumenti, che in alcuni casi hanno sfiorato quota 30%. È il caso delle zone nelle quali si sono concentrati i risarcimenti liquidati in seguito ai sopralluoghi dei periti nello scorso autunno. Facciamo l’esempio di Flavon nel comune di Contà, in Bassa Val di Non, dove per assicurare ad esempio 700 quintali all’ettaro di mele il costo per il socio di Codipra nel 2017 ammontava a 2.802 euro, mentre quest’anno la spesa è salita a 3.373 euro (più 21%).
A Cles invece la tariffa rimane più contenuta, ma l’aumento appare decisamente più consistente: per assicurare lo stesso quantitativo di frutta si è passati da 1.767 euro a 2.263 euro (più 28%). Ma non mancano le zone dove i costi sono invece in flessione, come ad esempio la città di Trento (da 2.713 euro a 2.238 euro). La stima del Consorzio di difesa è che i premi assicurativi quest’anno in Trentino abbiano un valore totale di circa 40 milioni di euro, di cui 15 pagari direttamente dai soci (l’importo rimanente viene coperto dalla Comunità europea). Lo scorso anno l’importo totale ammontava a 35 milioni (13 versati dagli agricoltori trentini): una quota pari a circa l’80% riguarda la Val di Non.
Non mancano comunque le note positive, perché in seguito all’approvazione del cosiddetto «regolamento Omnibus» è entrata in vigore una serie di miglioramenti tecnici alla Politica agricola comune (Pac). «Tra queste c’è l’abbassamento della soglia di danno per avere accesso al risarcimento da parte delle compagnie assicurative» spiega il presidente Gaiardelli. Fino allo scorso anno doveva essere raggiunta una quota di danno del 30% calcolata sull’intera azienda agricola, affinché ai contadini venisse riconosciuto il mancato raccolto nei frutteti. Quella quota, a partire dal 2018 è stata ridotta al 20%. Il contributo della Comunità europea per il pagamento dell’assicurazione, inoltre, è passato dal 65% al 70%: «Una misura che ha mitigato gli aumenti delle tariffe, che per i singoli soci sono lievitate in Trentino mediamente del 6%, ma sono numerose le zone in cui i rincari sono decisamente più consistenti. In Val di Non, ad esempio, si osservano aumenti del 27-28%» evidenzia Gaiardelli.
La campagna assicurativa è stata aperta da qualche settimana. Si ipotizza un aumento dei volumi di prodotto coperti da danni da freddo, grandine e vento. Lo scorso anno era stato assicurato l’85% delle coltivazioni e, nello specifico, del 90% dei meleti. Nel resto d’Italia la media è appena del 15%. Chi ha deciso di sottoscrivere la polizza entro fine marzo dovrà attendere 12 giorni affinché l’assicurazione si attivi; un lasso di tempo che avrà invece una durata di 15 giorni per chi ha preferito attendere il mese di aprile, a ridosso della fioritura. Uno dei periodi più delicati per i frutteti, quando il gelo rischia di compromettere la produzione.