Orario di caccia, niente modifiche Cacciatori esultano, Lav critica
Contrordine. L’assessore alle foreste, caccia e pesca, Michele Dallapiccola , ha fatto un passo indietro: non saranno modificati gli orari di caccia, come ipotizzato dopo l’incidente mortale ai primi di settembre in val Rendena, quando un cacciatore settantenne venne ucciso dal compagno di battuta, che all’imbrunire lo aveva scambiato per un cervo. La normativa attuale, nazionale e provinciale, stabilisce che la caccia agli ungulati abbia inizio un’ora prima del sorgere del sole e proseguire fino ad un’ora dopo il tramonto.
Dallapiccola e il Comitato faunistico provinciale, dove siedono, tra gli altri, cinque rappresentanti dell’ente gestore, cioè dell’Associazione cacciatori trentini, e quattro delle associazione ambientaliste (Lipu, Wwf, Pan-Eppaa e Lega Ambiente), nelle scorse settimane aveva deciso di accorciare gli orari: si spara da mezz’ora prima del sorgere del sole fino a mezz’ora dopo il tramonto. Confronto difficile. Decisione non facile. Alla fine, però, partorita.
Con il primo risultato che a venire impallinato è stato il presidente dell’Associazione cacciatori trentini, Carlo Pezzato , che da membro del Comitato faunistico, al terzo tentativo, aveva dato il suo assenso all’accorciamento degli orari, con la motivazione che, così facendo, avrebbe evitato altre ripercussione negative sull’esercizio della caccia. Pezzato è stato costretto alle dimissioni da presidente, e la reggenza dell’Associazione è passata al vicepresidente, Matteo Rensi.
Ieri, il Comitato faunistico, che è un organo tecnico-consultivo della Provincia per la tutela della fauna e l’esercizio della caccia, ed è presieduto dall’assessore Dallapiccola, ha approvato le prescrizioni tecniche per la prossima stagione venatoria 2018-2019, ritornando sui suoi passi. L’orario non cambia, e i cacciatori possono brindare. Dall’apertura della caccia di selezione, da maggio a fine giugno, la decisione è operativa, e poi lo sarà per la caccia autunnale. I cacciatori avevano contestato anche la decisione di fissare l’apertura della stagione alla seconda settimana di settembre. Istanza accolta: l’attività venatoria partirà la prima domenica di settembre, che quest’anno cade il giorno 2.
«Sarebbe stato un virtuosismo non necessario, accorciare l’orario, unici a farlo in tutta Italia» commenta Matteo Rensi «esprimo soddisfazione perché sono stati ristabiliti i diritti fissati sia nella legge provinciale, sia in quella nazionale. Per il cervo è dimostrato che il prelievo è fatto alle prime luci dell’alba e negli ultimi minuti utili alla sera. Togliere mezz’ora avrebbe causato difficoltà all’attivazione dei piani di prelievo. La motivazione della maggior sicurezza» aggiunge Rensi «era oggettivamente debole, perché la responsabilità è assolutamente personale: è nell’Abc di chi esercita la caccia valutare bene prima di premere il grilletto. Non è limitando l’attività di tutti che il problema sarebbe risolto. Come Associazione, ce ne siamo fatti carico: abbiamo organizzato 10 serate sul territorio, con la Questura e l’Accademia foreste e fauna della Fondazione Mach, per informare i 6.400 iscritti su sicurezza e maneggio dell’arma».
La Lav del Trentino critica il rigetto da parte del Comitato faunistico provinciale della proposta di limitare di un’ora la durata della giornata venatoria, anticipandone di mezz’ora la chiusura per motivi di sicurezza.
«Presidente di Provincia e assessore sono prontissimi a far giustiziare orsi che non hanno mai ucciso nessuno, ma non prendono in considerazione alcuna precauzione dettata dal minimo buonsenso, quando si tratta di intaccare gli interessi del mondo venatorio», afferma Simone Stefani, responsabile della sede trentina della Lav. «È ormai chiaro a tutti - aggiunge - come il Comitato faunistico sia un’organo completamente da ripensare.
La sua stessa composizione antidemocratica (portatori d’interesse del mondo venatorio in netta maggioranza) ci fa capire come esso sia più un passatempo dei cacciatori che un tavolo di regia che possa in qualche modo tutelare vite, umane e animali».