Feste e sagre «green» c'è Eco-Eventi Trentino
Limitare l’impatto ambientale di feste campestri ed eventi organizzati in termini di produzione di rifiuti, di consumi energetici e di rumori è l’obiettivo che si è posta la giunta provinciale con la creazione del marchio Eco-Eventi Trentino.
Per ottenere la certificazione e il marchio, che dovrà naturalmente essere pubblicizzato e valorizzato diventando elemento che dà lustro ad una manifestazione, gli organizzatori di eventi dovranno seguire le regole dettate da un disciplinare. Si tratta di dieci azioni obbligatorie, alle quali ne andranno aggiunte altre facoltative, prese da un elenco che ne mette in fila sessanta, ognuna con un punteggio associato, in modo tale da totalizzare almeno dieci punti.
Il disciplinare è stato messo a punto da una serie di soggetti che rappresentano il variegato mondo degli organizzatori di eventi e sottoposto poi a sperimentazione nell’ambito di undici avvenimenti di varia natura svoltisi in Trentino tra il giugno e l’ottobre del 2016, da Arcadia ad Ala Città di velluto; dalla Charly Gaul ai Suoni delle Dolomiti, da Pomaria al Festival della polenta di Storo. La sperimentazione è servita per «pesare» le azioni proposte e le dieci risultate più significative sono state scelte come obbligatorie per ottenere il marchio.
Non si tratta di azioni proprio semplici e scontate, ma sono comportamenti che richiedono attenzione e impegno da parte degli organizzatori. Prima di tutto, durante l’evento dovrà essere messa a disposizione e somministrata gratuitamente acqua del rubinetto. Per quanto riguarda, poi, la raccolta dei rifiuti, questa dovrà ovviamente essere differenziata, compresa la raccolta dell’olio usato e i partecipanti dovranno essere messi nelle condizioni di agevolarla con una presenza capillare di punti di raccolta.
Per limitare gli sprechi di cibo, l’organizzatore dovrà offrire la possibilità, comunicandola in maniera chiara, di ordinare porzioni ridotte a prezzo ridotto rispetto a quello pieno del listino. Non potranno poi essere proposti menù completi, senza la possibilità di ordinare portate singole e, in caso di buffet, si dovrà seguire una procedura adeguata. In ogni caso l’organizzazione dovrà attivare e proporre un servizio di «doggy-bag», cioè la possibilità di potersi portare a casa il cibo avanzato riponendolo in appositi contenitori.
Ancora: l’organizzatore dovrà utilizzare almeno tre prodotti alimentari locali o proporre almeno un piatto con ingredienti principali locali, informando in modo chiaro i partecipanti. Dovrà anche essere inserito nel menù almeno un piatto vegetariano.
Dovrà essere nominato un responsabile in materia di sostenibilità, col compito di sovrintendere all’attuazione delle azioni. L’organizzatore dell’evento dovrà informare in modo chiaro della propria politica di sostenibilità e dell’ottenimento della certificazione usando tutti i canali disponibili e dovrà utilizzare il marchio anche sui supporti informativi e sul web.