«Numero unico? Troppi rischi per la vita dei pazienti»
«Il tempo che passa tra una telefonata di soccorso, al momento in cui arriva un’ambulanza, rappresenta il discrimine stesso tra una vita salvata e una vita persa. In Italia, da quando sono entrate in funzione le Centrali di risposta con il numero unico 112, il tempo prezioso di intervento si è dilatato. Colpa dello smistamento delle chiamate e del passaggio da un operatore all’altro. L’Europa non ci ha chiesto di sostituire il numero di emergenza 118 con il 112, ma di affiancarlo. Invece l’Italia ha istituito il 112 eliminando gli altri numeri. Non solo, Bruxelles non ci ha neppure chiesto di spendere soldi pubblici per le costosissime Centrali uniche di risposta».
La denuncia arriva proprio dal presidente nazionale della Società italiana sistema 118 Mario Balzanelli. Che chiede per i cittadini italiani le stesse modalità del resto d’Europa: l’accesso diretto al Sistema di emergenza territoriale, cioè il 118.
E spiega: «In caso di arresto cardiaco improvviso, che uccide circa 8 italiani all’ora, per ogni minuto che passa dall’insorgenza dell’evento si perde mediamente il 10% di possibilità di ripristino della circolazione spontanea». Quindi la domanda è: «Chi di noi è disponibile, per un solo minuto perso nelle operazioni di doppio passaggio tra 112 e 118, in quei momenti terrificanti, a cedere quel 10% di possibilità di tornare a vivere?».
Il presidente poi sottolinea che la direttiva comunitaria europea 91/396/Cee sancisce che il numero unico 112 per l’emergenza venga introdotto «parallelamente ad ogni altro numero nazionale esistente per tali chiamate».
L’Europa, quindi, definisce chiaramente un modello operativo: l’introduzione parallela del 112 rispetto a tutti gli altri numeri nazionali esistenti per le chiamate di emergenza. Un modello che ha il vantaggio di non comportare volumi di spesa particolarmente elevati, considerando che ciascun Paese dispone già delle proprie reti nazionali di accesso telefonico dedicato per le varie emergenze, a cui rispondono direttamente i sistemi specifici istituzionalmente responsabili della gestione delle diverse tipologie di emergenze. Balzanelli chiede un confronto di tutte le istituzioni dei servizi di emergenza affinché venga fatta una valutazione tra i tempi di intervento dei mezzi di soccorso quando la richiesta di aiuto arrivava direttamente al 118, e i tempi attuali con la Centrale Operativa del 112 che smista, l’intervento alla Centrale Operativa del 118.
NUMERO UNICO IN TRENTINO: 600 CHIAMATE AL GIORNO