Primo test dell'accordo tra Poste e Provincia
Il sindacato è perplesso, in Provincia sono invece convinti della bontà dell’«accordo», cioè della convenzione tra Poste Italiane spa e Provincia autonoma di Trento per il servizio pubblico aggiuntivo al servizio postale universale.
La convenzione è stata approvata dalla Giunta Rossi l’8 febbraio scorso e sottoscritta pochi giorni dopo. Prevede una serie di attività, in capo a Poste Italiane, per garantire la qualità del servizio in un territorio orograficamente difficile come il Trentino, come «la consegna di prodotti editoriali su tutto il territorio provinciale con frequenza giornaliera, anche nella giornata di sabato, secondo gli standard di servizio previsti per tali prodotti». In concreto, Poste Italiane s’è impegnata a consegnare i «prodotti editoriali (Quotidiani) entro le ore 13.00 di ciascun giorno (dal lunedì al sabato)». S’è inoltre impegnata ad installare per il recapito degli invii, ad installare dieci cassette di colore azzurro dedicate alla corrispondenza internazionale, a favorire la spedizione ed il recapito di merci e comunicazione installando, in via sperimentale, un locker per l’e-commerce, per consentire di effettuare spedizioni e ritiri H24 in giorni feriali e festivi... Una plurità di azioni, come la garanzia dell’accesso alla rete WiFi presso tutti gli uffici postali del Trentino.
A che punto è, dopo cinque mesi, la convenzione? «A quanto ci consta» dice Daniela Tessari della Slc Cgil «la convenzione non è ancora partita. Per il recapito, nel frattempo, nulla è cambiato perché la riorganizzazione con la consegna a giorni alterni partirà nel giugno 2019». Marcello Caravello, segretario della Failp Cisal, è critico: «Noi, in quanto sindacato autonomo, mai siamo stati coinvolti, pur essendo il sindacato maggiormente rappresentativo. Di fatto, la convenzione è un bluff perché nello stesso giorno dell’approvazione in Giunta, l’8 febbraio, le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo con Poste Italiane per la riorganizzazione del servizio, che prevede la “linea business” per i prodotti editoriali e la posta pregiata come le raccomandate, con la distribuzione dal lunedì al sabato. Questa “linea business” è partita in mezza Italia, in Veneto, in parte del Friuli. Le ultime province in cui partirà, nel giugno 2019, sono Treviso, Trento e Bolzano. Il recapito alternato» aggiunge Caravello «è partito solo a Borgo, Vezzano e Primiero. Per il resto non è cambiato nulla. A cosa serve dunque la convenzione?».
Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia, spiega che in realtà la convenzione con Poste Italiane è decollata: «È operativa da metà aprile. La commissione congiunta prevista di monitoraggio, indirizzo e controllo è stata istituita e nei prossimi giorni sarà riunita per fare il punto sull’attuazione dell’accordo». Per la Provincia ne fanno parte Matteo Migazzi, segreterario del presidente Ugo Rossi, Lorenza Tomaselli della Direzione generale e Marco Riccadonna direttore del Consorzio dei comuni. «Qualche problema di disservizio in alcuni comuni nella distribuzione dei giornali ci è stato segnalato» dice Nicoletti «ma il monitoraggio attraverso i sindaci è positivo. La riunione della commissione servirà a valutare ogni aspetto, anche la necessità di eventuali incrementi occupazionali. Se le Poste, nel frattempo, introdurrano servizi innovativi altrove, vedremo di farli nostri».
«Quello che noi chiediamo al presidente Rossi, che non ci ha mai ricevuti» dice Caravello «è di fare come a Bolzano, dove non è ancora partito il servizio a giorni alterni ma da quaranta giorni è operativo, con l’assunzione di quindi giovani a tempo indeterminato, il centro logistico per lo smistamento della posta generata e destinata in Alto Adige, evitando di lavorarla a Padova. Si è creata occupazione e migliorato il servizio. A Bolzano, per altro, una parte del personale in servizio è previsto lavori sui sei giorni, senza dover ricorrere allo straordinario, per distribuire i giornali il sabato, come avviene in Trentino». La convenzione trentina con Poste Italiane è sperimentale per tre anni e comporta, per la Provincia, un esborso di 10,6 milioni di euro. Do. S.