Mobilità sostenibile, in Trentino le prime domande di incentivo
«Tra quindici anni, si venderà più elettricità per le auto che per la luce». L’anno di grazia è il 1910, e a parlare è Thomas Edison, l’imprenditore americano, che pure aveva perfezionato e commercializzato la lampadina, e di elettricità avrebbe dovuto capirne.
Ma se, nell’ultimo secolo, gli sviluppi non sono stati esattamente quelli preconizzati, ora - anche in Trentino - di auto elettrica ora si sta cominciando a parlare sul serio.
Sta entrando nella fase operativa il Piano per la mobilità elettrica, l’iniziativa da 20 milioni di euro in cinque anni della Provincia autonoma, lanciata lo scorso anno per incentivare l’acquisto di veicoli elettrici - auto, moto e biciclette - e delle colonnine per la loro ricarica. E infatti, cominciano ad essere disponibili i primi dati.
Sono circa un centinaio, le domande pervenute fino a oggi all’Apiae, l’Agenzia provinciale per l’incentivazione delle attività economiche. Per la precisione, sono arrivate richieste per 13 motoveicoli, 24 automobili, 14 colonnine di ricarica e 49 e-bike . «Ma sono numeri provvisori, ed è presto per fare un bilancio» spiega Raffaele Carbone , il funzionario che se ne occupa, «ma considerando che siamo partiti a marzo, il risultato non mi pare malvagio». Poi, spiega, non è detto che tutte le domande vengano accolte, perché per esempio sono esclusi dai contributi i veicoli «autoricaricabili» (quelli che accumulano energia nelle decelerazioni e nelle discese). Ma d’altra parte «le domande continuano ad arrivare, sia via posta elettronica certificata, sia dagli sportelli periferici della Provincia. Può essere che domani me ne trovi sulla scrivania altre dieci».
Il piano di incentivi della Provincia, volto ad aumentare il numero delle macchine elettriche in circolazione, è sicuramente ambizioso - e proprio ieri la Giunta ha stanziato altri 200 mila euro.
Per chi se lo stesse chiedendo, i contributi offerti sono questi: 2.000 euro per le auto ibride plug-in (che abbiano cioè un bocchettone per la ricarica elettrica, oltre a quello per la benzina), 4.000 euro per le auto completamente elettriche; 1.500 euro per gli scooter elettrici; e fino a 1.000 euro per le bici elettriche. Inoltre, per le prime due categorie, sono previsti altri 2.000 euro di sconto da parte dei concessionari che hanno aderito all’iniziativa.
Chiaro poi che, per poter mettere in circolazione le nuove auto, servirà una vera e propria rete di distributori elettrici, dove metterle sotto carica. Sulle strade e nei parcheggi pubblici, ma anche nei garage privati e delle aziende. Quanto alle stazioni di ricarica, invece, il sistema prevede aiuti ai privati di 300 euro che installino le colonnine per le bici e 900 euro per quelle per automobili. L’idea è di arrivare a trecento colonnine entro il 2020 e a duemilacinquecento entro il 2025. Il numero viene da un’accurata programmazione, studiata in base alle esigenze del territorio. Sono previsti infatti un punto di ricarica pubblico per ciascun comune, una ricarica «lenta» ogni 800 famiglie. Ne hanno pensata una ogni quattro alberghi, e una ogni impresa con più di cinquanta dipendenti.
Il piano prevede inoltre agevolazioni per le aziende che incentivino i loro dipendenti a utilizzare la bici elettrica o a pedalata assistita. Entro il 2030, è la sfida, gli spostamenti sul territorio provinciale dovranno essere per il 60% spostamenti sostenibili.
Che poi questi siano obiettivi plausibili, solo il tempo lo dirà. C’è sempre la possibilità che si tratti delle proverbiali ultime parole famose. Non sarebbe la prima volta, ed è capitato anche ai migliori.