Dipendenti pubblici, in Trentino costano poco: media 32.284 euro
Nella classifica della spesa pubblica per il personale non dirigente, il Trentino si trova nelle retrovie. Nel 2016 la Pubblica amministrazione trentina ha registrato una spesa media di 32.284 euro per pagare i propri dipendenti pubblici. La nostra provincia è quella che spende di meno tra tutte le regioni a statuto speciale, ma in graduatoria si trova più in basso anche rispetto ad alcune regioni ordinarie, come Piemonte e Lombardia, ma anche Campania e Molise. A comandare la speciale classifica redatta dalla Corte dei Conti, che si riferisce all’anno 2016, sono i nostri vicini dell’Alto Adige. A Bolzano e provincia la spesa media per il personale non dirigente è di 37.860 euro. Ultima la Calabria, con 29.426 euro. Se teniamo conto della spesa per i dirigenti, il Trentino è fanalino di coda nella classifica assoluta delle venti regioni italiane con una media di 69.964 euro.
I dati, secondo la Cisl del Trentino, non sono la giusta gratificazione alla qualità della nostra Pubblica amministrazione, considerata nel 2017 la migliore in Italia dallo studio effettuato dal Cgia di Mestre, un’associazione sindacale che fornisce ricerche sull’attualità economico-politica dell’artigianato e del lavoro autonomo. A livello continentale, la Pubblica amministrazione trentina si classifica al 36° posto della classifica generale delle migliori regioni europee.
«Questi dati, che ci pongono al top in Italia nella classifica delle Pubbliche amministrazioni, riconoscono la professionalità che c’è da noi - afferma il segretario della Cisl Funzione Pubblica Giuseppe Pallanch - Ci piacerebbe però avere anche un riconoscimento in termini economici. Se si continua ad andare avanti con questa politica di tagli, alla fine rischiamo di mettere a rischio il sistema di competenze del Trentino. Se vogliamo mantenere alto lo standard, dobbiamo fare un processo di assunzione. Tutto va a beneficio dei servizi offerti al cittadino. Il Trentino nel sistema delle competenze non ha eguali rispetto ad altre autonomie».
Cosa fare, quindi, per mantenere elevata la qualità della nostra Pubblica amministrazione? «È possibile consolidare e migliorare questo status solo se si investe in capitale umano. Servono però regole condivise, una mappatura del sistema delle esigenze di organici e condivisione con i lavoratori, che sono i principali artefici di questo risultato». «Il punto di partenza è l’innovazione contrattuale - prosegue Pallanch - per anni non si è fatta una riqualificazione del personale. È necessario far progredire il personale nei progressi di carriera, riconoscendo attraverso il merito questa riqualificazione. Bisogna investire negli organici, effettuando nuove assunzioni e valorizzando il capitale umano».
Capitale umano. Questa la parola chiave secondo il segretario del sindacato. «Bisogna restituire dignità professionale, salario, partecipazione al cambiamento, a chi lavora ogni giorno con perizia e professionalità al servizio della comunità - conclude Pallanch - per questo vogliamo chiudere questa tornata contrattuale rilanciando subito una piattaforma per il contratto 2019/2021, un contratto di lavoro innovativo e capace di riconoscere la professionalità ed il valore del lavoro pubblico».