Uccise un uomo in una rissa in Romania: arrestato in Trentino sei anni dopo
Sei anni fa, durante una rissa in un locale in Romania, aveva colpito un uomo, che era morto qualche giorno dopo in ospedale. L'uomo, un romeno di 54 anni, è stato arrestato ieri dai carabinieri della compagnia di Riva del Garda.
Impegnato come pastore, in questi giorni, nelle Giudicarie, l'uomo è stato sottoposto a controlli nei giorni scorsi durante una serie di verifiche sul territorio promosse dai militari dell'Arma delle stazioni di Pieve di Bono, Storo e Tione, dipendenti dalla compagnia rivana, unitamente al personale della guardia di finanza della tenenza di Tione ed al Corpo forestale provinciale.
Una collaborazione importante, nell'effettuare verifiche in ambiente montano di alta quota, grazie alla profonda conoscenza del territorio e della normativa provinciale. I controlli sono stati effettuati su malghe e rifugi, ma anche sulle greggi in alpeggio ed in transumanza. Tra i soggetti controllati, anche il romeno, privo di documenti. È stato portato presso la caserma dei carabinieri di Tione e l'esito dei controlli ha svelato l’identità dell’uomo. Si trattava di P.E., 54enne pregiudicato di Valeni, parte nord-est della Romania, al confine con la Moldavia. A suo carico pendeva un ordine di cattura internazionale emesso Tribunale di Vaslui per omicidio. L’episodio risale a sei fa quando il rumeno, durante una rissa in un bar colpì un compaesano che dopo pochi giorni morì nell’ospedale dove era ricoverato.
A seguito del processo era stato condannato e dovrà scontare 3 anni e 2 mesi di carcere. Ora si trova nel carcere di Spini di Gardolo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le comunicazioni tramite ministero della Giustizia e degli Affari Esteri al Tribunale di Vaslui sono già partite, ma anche tramite Interpol, al fine di consentire al magistrato rumeno di chiedere l’estradizione.
Nello stesso contesto è stato denunciato dai carabinieri di Pieve di Bono-Prezzo un pastore 33enne catanese, ma residente in provincia di Reggio Emilia, che è stato trovato in possesso di un elettropascolo, la recinzione elettrificata in uso nei pascoli per contenere il bestiame, denunciata come rubata il giorno prima in un rifugio a Valdaone. Il materiale è stato recuperato e restituito al proprietario. Durante questo controllo è stato anche accertato come la baracca utilizzata come rifugio dal pastore e dai suoi aiutanti fosse del tutto abusiva, quindi è stata chiusa, sequestrata e affidata in custodia al sindaco di Valdaone. In tutto sono stati controllati 18 soggetti, 6 malghe e 7 veicoli.