Cultura alimentare alpina candidata a patrimonio Unesco Cinque i «prodotti trentini»
La castanicoltura della Valsugana, il vin santo, il pane delle Giudicarie Esteriori, il Botiro del Primiero e la raccolta di erbe spontanee in Val Rendena
Ci sono Trentino School of Management (Tsm) con la step - Scuola per il governo del territorio e del paesaggio e la Fondazione Edmund Mach (Fem) come osservatore fra i 14 partner che hanno promosso la carta a sostegno della candidatura della 'Cultura alimentare alpina' alla Lista rappresentativa del Patrimonio immateriale Unesco.
L'iniziativa transnazionale, che coinvolge i sette Paesi dell'arco alpino, è stata presentata ieri ad Innsbruck alla conferenza del progetto europeo Alpfoodway.
Tra i prodotti e le pratiche inserite nell'inventario da tutelare ci sono anche la castanicoltura della Valsugana, il vin santo, il pane delle Giudicarie Esteriori, il Botiro del Primiero e la raccolta di erbe spontanee in Val Rendena.
«Stiamo lavorando assieme a 9 istituzioni scientifiche per promuovere l'invecchiamento in salute valorizzando i prodotti alimentari del territorio. Un tema strategico dal punto di vista economico, sociale e ambientale», ha detto il presidente Fem, Andrea Segrè.