Povertà, sempre più italiani e giovani. L'allarme degli «Amici dei senza tetto di Trento»
«Da qualche notte abbiamo sistemato materassi ovunque, persino in sala tv. Con il crollo delle temperature è sempre così, il numero di chi si rivolge a noi cresce notevolmente». Il presidente degli «Amici dei senza tetto di Trento - Homeless Shelter» Giuseppe Palatucci, ufficiale dei carabinieri che da quando è in pensione sta dedicando la vita ad aiutare chi soffre, allarga le braccia. I tre centri di accoglienza gestiti dalla sua associazione sono saturi.
«Nelle nostre due strutture cittadine, Casa Maurizio e Casa Baldè, sia in quella che abbiamo a Ravina (Casa Paola) - dichiara il responsabile dell'associazione nata nel 2014 - non c'è al momento nessun posto libero. Per far fronte all'emergenza stiamo distribuendo ai bisognosi dei sacchi che contengono tutto il necessario per ripararsi dal freddo». Dal suo ufficio, vicino alla porta di ingresso di Casa Maurizio, c'è un'inarrestabile flusso di persone che vanno e vengono. «Solo in questo edificio - spiega Palatucci - ci sono al momento cinque nuclei familiari e una trentina di uomini. La gente finisce qui dopo essere passata dallo Sportello unico provinciale per l'accoglienza dei senza fissa dimora».
Il periodo di permanenza medio per le persone sole è di circa un paio di mesi. Non arrivano, come si potrebbe pensare, solo stranieri ma sempre più italiani: «Sempre più italiani e sempre più giovani, purtroppo. Quarantenni e cinquantenni che finiscono in mezzo a una strada per l'improvvisa perdita del lavoro oppure per una separazione. Il 60% di quelli che aiutiamo rientra in questa categoria. Per migliorare la società dobbiamo creare occupazione, non ci sono alternative». Continua: «Una volta la povertà viaggiava al 7%, ora siamo intorno al 15%, cioè un cittadino su sette». Mentre continua a parlare, scende in cucina per controllare come procede la preparazione del pranzo: «Quello del cibo in realtà, quando parliamo di lotta alla povertà, non è un grande problema. Chi soffre i tre o quattro euro per mangiare riesce a metterli insieme, il vero dramma è rimediare un letto o per lo meno un luogo dove ripararsi dal freddo. Le nostre case d'accoglienza sono l'ideale, cercheremo di migliorarci ulteriormente».
Per rendere bene l'idea dell'importanza dell'attività svolta dall'associazione che coordina rende noti alcuni numeri: «Dal 2014 al 31 dicembre dello scorso anno abbiamo ospitato oltre 57mila persone. A Casa Maurizio nel 2017 ci sono stati 7.429 pernottamenti, un anno dopo 11.421. Siamo di fronte a dati secondo me impressionanti». Oltre a dare un letto a quanti lo chiedono, Giuseppe Palatucci e gli altri volontari del gruppo pensano per loro delle iniziative ricreative ad hoc e di aiutarli a superare il momento nero in cui sono precipitati. «È sempre angosciante - afferma il presidente «Amici dei senza tetto di Trento - Homeless Shelter» -, quando arriva il momento, far presente a chi alloggia qui che deve andarsene. In un modo o nell'altro cerchiamo di non mandarlo allo sbaraglio, specialmente se non ha qualcuno che possa sostenerlo». Gli dà forza la solidarietà che sta ricevendo dai trentini: «Abbiamo nel nostro dna la generosità. L'altro giorno una anziana ci ha portato addirittura i suoi panettoni. Era commossa, è stata una scena meravigliosa». All'ora del pranzo la sala mensa è affollata. «Siamo una famiglia allargata e unita - conclude Palatucci -. Italiani e stranieri convivono bene, non c'è razzismo e gli ospiti si sostengono a vicenda. Nella sofferenza emergono valori che altrove stanno scomparendo».
Tra le sue prossime sfide ci sono il potenziamento del centro diurno di Casa Baldè e quello di fare ancora più rete con il territorio.