Treni «rumorosi» giorno e notte iniziato il processo alle ferrovie intentato da 55 residenti di Trento
È iniziato ieri in Tribunale a Trento il processo per i treni «fracassoni». Imputati sono sette dirigenti di società ferroviarie citati a giudizio come responsabili di disturbo alle occupazioni e al riposo delle persone, reato previsto dall’articolo 659 del codice penale.
Sarà un processo combattuto, lo si è capito sin dalle prime battute durante l’udienza «filtro» di ieri davanti al giudice Greta Mancini. I legali degli imputati hanno presentato una raffica di accezioni preliminari contro la costituzione delle parti civili. In particolare contro il gruppo di residenti seguito dall’avvocato Sara Graziadei, costituita in giudizio fuori udienza, che ha risposto punto per punto ai rilievi della difesa.
In totale le parti civili sono 55: 34 assistite dall’avvocato Mario Giuliano e 21 dalla collega Graziadei. La richiesta di risarcimento non è stata ancora definita, ma intanto è stata chiesta una provvisionale di 40 mila euro per ogni parte civile. Il «conto» è dunque di 2,2 milioni di euro di provvisionali, «conto» non definitivo perché altri residenti potrebbero ancora entrare nel processo.
«Il dibattimento - sottolinea l’avvocato Giuliano - non si è ancora aperto e dunque i residenti nella zona (tra via Canestrini e via Lavisotto, ndr) possono ancora costituirsi parte civile fino ala prossima udienza».
L’avvocato Giuliano ieri ha annunciato che chiederà la citazione in giudizio dei responsabili civili, cioè le società ferroviarie. Della questione si discuterà alla prossima udienza in calendario il 22 maggio.
Gli imputati sono Gianluigi De Carlo, dirigente per il risanamento acustico di Rete Ferroviaria Italiana; Pier Paolo Olla, dirigente dell’unità di Verona di Rfi; Harald Schmittner, amministratore delegato di Rail Traction Company, società ferroviaria con sede a Bolzano; Francesco Nube, delegato ambientale di Rtc; Pietro Mancuso, amministratore delegato e responsabile per l’Italia di Tx logistic AG Italia, operatore europeo con filiale italiana a Verona; Mario Bertolasi, delegato ambientale di Trenitalia sulla linea del Brennero fino al primo settembre 2016; Alberto Faini, delegato Trenitalia per il Brennero dopo quella data. La procura li ritiene responsabili del rumore notturno causato dai treni merci, rumore che cagiona disturbo del sonno o delle occupazioni delle persone che abitano negli edifici lungo la linea del Brennero, parte delle quali costretta ad assumere sonniferi per riposare la notte quando, nel 2015, transitavano da un minimo di 33 a un massimo di 54 treni.