Necropoli romana rinvenuta durante scavo in via Esterle
Una necropoli di epoca romana sotto via Esterle, caratterizzata dalla presenza di manufatti in pietra di grande valore archeologico, tra cui alcune pietre tombali monumentali inedite per la città.
Il rinvenimento, all'interno dello scavo per la realizzazione del parcheggio pertinenziale ancora in corso, risale ai primi di febbraio scorso, ma è stato reso noto dalla Soprintendenza provinciale per i beni culturali nella mattinata di ieri, dopo che tutti i reperti rinvenuti sono stati accuratamente catalogati e rimossi dal luogo di ritrovamento. I resti sono stati intercettati dall'azienda incaricata della realizzazione dell'opera a servizio dei residenti in una zona ritenuta complessivamente priva di interesse archeologico, in quanto caratterizzata dalla presenza di sedimenti alluvionali del Fersina e presumibilmente antico alveo del torrente. Inoltre, le sepolture - piccola parte di un sito di inumazione probabilmente molto più ampio, ma in larga parte distrutto dalle frequenti piene del corso d'acqua - si trovavano a circa 7 metri dalla superficie, una profondità insolita per la Tridentum romana, collocata solitamente tra i due ed i 4 metri sotto il livello del suolo attuale.
«Il rinvenimento delle tombe rappresenta un evento importante dal punto di vista storico-archeologico, in quanto ci permette di comprendere l'estensione della città in epoca antica», ha spiegato la responsabile dello scavo Cristina Bassi. «Il contesto cimiteriale - ha aggiunto - si trovava al di fuori dal contesto dell'urbe, oltre la settentrionale Porta Veronensis (ancora visibile sotto la Torre civica), ed era probabilmente molto ampio. Le tumulazioni risalgono al quarto secolo dopo Cristo, ma alcune sepolture sono state realizzate attraverso l'impiego di materiale proveniente da un altro sito, più antico di alcuni secoli. Di fatto, è come avere trovato due necropoli di periodi differenti».
Le tumulazioni sono complessivamente cinque, di cui una monumentale contenete quattro individui deposti in momenti successivi. La particolarità di questa struttura sono le lastre impiegate per la realizzazione della tomba, due delle quali finemente decorate con una coppa rituale (nota con il termine di «patera»), un'anfora ed un mestolo («simpulum»), degli strumenti probabilmente simbolo di qualche associazione di lavoratori. Su una lastra compare anche la scritta «A Robo et Nereo sodales», mentre sull'altra lo spazio per l'epigrafe è stato lasciato vuoto. «Tutto - ha commentato Bassi - lascia pensare che si tratti di un'area del cimitero riservata ad una corporazione».
Una tomba, inoltre, conteneva i resti di un bambino, adagiato su un cuscino di pietra, mentre in altre, collocate su un fondo sconnesso e coperte da strati di depositi successivi trascinati dallo stesso Fersina, erano conservati alcuni oggetti di uso comune, tra cui boccali, vasellame e una bottiglia in vetro.
Il nucleo cimiteriale si aggiunge a quelli già conosciuti e individuasti in passato nei pressi del Duomo, in via Verdi e tra via Grazioli e via Barbacovi.
Considerata la natura del ritrovamento, e la relativa facilità di trasferimento dei reperti, i lavori per il parcheggio sono stati interrotti unicamente sull'area interessata dai reperti. Al momento, sebbene le ricerche siano ancora in corso per ulteriori tracce della stessa necropoli, la realizzazione del parcheggio continua pieno ritmo.