Domani gli studenti in piazza nello «sciopero per il clima» sul'esempio di Greta Thurnberg
I ragazzi trentini scendono domani in piazza per chiedere ai politici di svoltare sul cambio climatico. «È giunto il momento di cambiare le cose e smettere solo di parlare» spiega Roberta Pisani, tra le organizzatrici della manifestazione trentina di Fridays for Future, movimento nato sulla scorta dello sciopero per il clima ideato dalla giovane svedese Greta Thunberg. «L’obiettivo nell’immediato è riscuotere attenzione e far scendere in piazza la gente. Nel periodo più lungo è far maturare coscienza sull’argomento su una crisi che coinvolge l’umanità, è la più grave di tutte ma non tutti ne sono ancora consapevoli» sottolinea Francesco Loss, studente del liceo Da Vinci di Trento.
L’auspicio degli organizzatori è che scendano in piazza «migliaia di persone», come sottolinea lo stesso Loss. «Solo dal Da Vinci ci aspettiamo la partecipazione di mille persone - sottolinea ancora Loss - Abbiamo contattato tutte le scuole e quindi pensiamo che si andrà oltre le 2.000 persone che hanno manifestato a Bolzano».
«Io - spiega Roberta Pisani che studia antropologia a Bologna - ho voluto prendere parte più attiva nel Fridays for future perché il tema del cambio climatico mi è sempre stato caro. Alle medie e alle superiori ho avuto professori che ne hanno parlato e anche dei genitori interessati all’argomento. Partecipo per dire che siamo abitanti e non proprietari del pianeta e che occorre svincolarsi dalle meccaniche dei consumi e dallo stile di vita dal quale ci stiamo lasciando un po’ comprare. Si chiede un cambio di mentalità del cittadino, deve cambiare l’atteggiamento del singolo rispetto al clima, ma allo stesso tempo ci deve essere una legislazione e un aiuto del governo e degli enti pubblici per permettere di fare scelte più responsabili». A partire da quelle quotidiane relative ad esempio alla riduzione degli imballaggi.
E se la Provincia con Mario Tonina spiega che l’iniziativa è «valida e interessante», spetta a Paulo Lima, giornalista, presidente dell’Associazione Viração&Jangada, e uno delle persone che sta sostenendo il movimento a livello trentino a spiegarne le ragioni. «La protesta e le proposte dei giovani crescono, insieme alla loro consapevolezza che provvedimenti seri debbano essere presi subito e da tutti: singoli, famiglie, comunità, Provincia di Trento, governo italiano e Stati firmatari dell’Accordo Globale sul Clima di Parigi. Migliorare la situazione è una responsabilità comune e condivisa. Coerentemente, i ragazzi chiederanno alla politica trentina una risposta alle questioni connesse all’emergenza climatica: l’accoglienza e la cooperazione internazionale». Secondo il rapporto «Groundswell: Preparing for Internal Climate Migration» redatto della Banca Mondale a marzo 2018, «nei prossimi 50 anni circa 143 milioni di persone saranno costrette a lasciare le proprie case a causa di siccità, alluvioni, degrado del suolo, desertificazione e innalzamento del mare» dice Lima.
Il sostegno all’iniziativa continua ad aumentare. Sono circa una cinquantina le associazioni e organizzazioni che sono al fianco dei giovani che domani si trovano in via Verdi dalle 9 per la «Marcia globale per il clima». Dall’Università ai sindcati, dall’Enpa all’Atas, sono tanti coloro che saranno al fianco dei ragazzi. E per chi vuole sostenere la marcia c’è anche una raccolta fondi on line all’indirizzo www.produzionidalbasso.com/project/crowdfunding-per-la-manifestazione-fridaysforfuture-trento/.
Un gruppo di esperti e studiosi che in Trentino si occupano a vario titolo di tematiche ambientali e di cambiamenti climatici ha scritto un appello a sostegno delle iniziative promosse dal movimento studentesco Fridays For Future del Trentino, annunciando la partecipazione alla Marcia globale per il clima di domani, venerdì 15 marzo.
«Il riscaldamento del pianeta - si legge nel documento - è ormai un’evidenza consolidata a livello scientifico con impatti sempre più devastanti sulla vita degli esseri umani e sugli ecosistemi naturali. Anche in Trentino sono numerose le evidenze degli impatti su importanti settori dell’economia locale, sulla salute umana e su risorse, finora ritenute garantite, come acqua e suolo».
«Sappiamo che le cause sono attribuite alle emissioni di gas serra prodotte in particolare dal consumo di energie non rinnovabili e dalla produzione del cibo, anche per il diverso uso del suolo che ne consegue. Troppo lenta - prosegue il documento - è tuttavia la reazione della comunità internazionale nel prendere le misure indispensabili per ridurre tali emissioni e per mantenere il riscaldamento entro i limiti previsti dall’Accordo sul Clima di Parigi» scrivono gli esperti. Che aggiungono: «Ci rivolgiamo ai politici e a tutti i cittadini: ascoltiamo le richieste dei ragazzi, lo dobbiamo per la responsabilità che abbiamo come adulti nell’avere contribuito alle condizioni di un mondo prossimo al collasso a causa del sistema di sviluppo economico che abbiamo sostenuto e che rischia di compromettere il futuro di questi giovani e delle generazioni che verranno», conclude l’appello. Il documento è firmato da Azra Alikadi, Roberto Barbiero, Massimo Bernardi, Emanuela Bozzini, Christian Casarotto, Mariarita Cattani, Antonella Cristofori, Claudio Della Volpe, Emanuele Eccel, Damiano Gianelle, Lorenzo Giovannini, Alessandro Gretter, Lavinia Laiti, Paulo Lima, Elvio Panettieri, Laura Pretto, Annapaola Rizzoli, Serenella Saibanti, Silvia Silvestri, Sara Verones e Dino Zardi.
Anche il mondo della solidarietà sarà in piazza domani. «La tempesta Vaia che ha devastato soprattutto le foreste del Trentino e del Veneto ci ha messo di fronte ad una delle conseguenze drammatiche del riscaldamento globale del Pianeta Terra. Più velocemente di quanto fossero le previsioni pessimistiche di inizio secolo, il clima comincia a condizionare in modo molto significativo la vita di noi tutti. Ma tale considerazione, che è generale, non sembra modificare le politiche messe in atto da chi ci governa». È la ragione per cui il Coordinamento delle comunità di accoglienza si dichiara a fianco di chi venerdì manifesterà per le vie di tutta l’Italia e anche a Trento. «A fianco di quelle migliaia di giovani a cui si sta sottraendo futuro e che stanno parlando a nome di tutti» spiega Claudio Bassetti, presidente regionale del Cnca, una delle trenta associazioni che appoggiano la manifestazione di domani. «Siamo a fianco di chi manifesta perché siamo anche abitanti di questa terra, e sappiamo che il cambiamento climatico ha già effetti pesantissimi su vaste aree del mondo provocando siccità e desertificazione, causando di conseguenza milioni di profughi ambientali e guerre per il controllo delle risorse essenziali. Non saranno i muri, i fili spinati e la chiusura dei porti a fermare chi fugge da ambienti ormai invivibili. La lotta per un cambiamento di rotta nei consumi e nelle politiche di sviluppo è indispensabile a livello planetario. Tutto ciò può favorire un’operazione di pace, integrazione e giustizia di cui sentiamo una grande necessità».
Fra le adesioni politiche, da giorni è giunta quella del partito «Futura 2018», mentre oggi anche il Partito Democratico ha annunciato che parteciperà alla manifestazione.
Intanto Greta Thunberg, l’attivista 16enne svedese promotrice delle marce dei giovani per il clima in tutta Europa, è stata proposta oggi per il premio Nobel per la pace da tre parlamentari norvegesi in segno di riconoscimento per il suo impegno contro la crisi climatica e il riscaldamento globale, riporta il settimanale Time. «Abbiamo nominato Greta perche’ la minaccia del clima potrebbe essere una delle cause più importanti di guerre e conflitti», ha detto il parlamentare svedese Freddy Andre Oevstegaard.
"Siamo nel pieno di una crisi. Ed è la più urgente e grave che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e la maggior parte della popolazione mondiale non ha idea delle possibili conseguenze della nostra incapacità di agire", ha detto Greta Thunberg, in un'intervista in apertura di Repubblica, alla vigilia del Global strike for climate.