Casa / L'emergenza

Sfrattati dagli alloggi Itea, ma l’Onu è dalla loro parte: scatta la mobilitazione

Picchetto solidale di Sportello casa per tutti indetto per oggi, venerdì 31 gennaio, a supporto della famiglia Thermi, in centro a Trento e degli Amjad, in una frazione di Cimone. Inutili le loro ricerche sul mercato privato, troppo caro La testimonianza: «Da mesi mando decine di e-mail per
cercare casa, ma non trovo nulla. Ho paura per i miei figli»

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PREZZI Trento, aumento record del costo di case e affitti in città

di Francesca Cristoforetti

TRENTO - L'ufficiale giudiziario tornerà a bussare alle porte della famiglia Themri, in vicolo San Marco e successivamente degli Amjad, residenti nella frazione Petrolli a Cimone, per eseguire lo sfratto di entrambi i nuclei dagli alloggi di emergenza Itea. Una situazione già vissuta, dato che l'appuntamento fissato per oggi, 31 gennaio, è ben il terzo tentativo di accesso per il rilascio degli immobili.

E anche questa volta, a sostegno delle due famiglie, entrambe con figli minorenni, verrà organizzato un picchetto solidale da Sportello casa per tutti, prima alle ore 9, in vicolo San Marco. «Poi se necessario ci sposteremo in seguito a Cimone», annunciano gli attivisti. Le storie delle due famiglie, oltre ad essere già note, sono profondamente collegate tra loro: il minimo comune denominatore è l'emergenza casa che non permette loro di trovare un alloggio sul mercato privato.

Per entrambe si è espresso anche l'Onu che dopo aver difeso la posizione degli Amjad, l'altro ieri ha preso le parti della famiglia Themri. Il succo rimane sempre lo stesso: c'è il rischio di una violazione dei diritti umani.

«Sono vedovo e vivo con la mia seconda moglie e i nostri quattro figli - racconta Belgacem Themri, di origine tunisina e impiegato come stagionale nella cura del verde, dopo aver lavorato per anni alla Whirlpool prima del suo fallimento - abbiamo un alloggio Itea di emergenza dal 2016. Da mesi mando decine e decine di e-mail per cercare casa, ma non trovo nulla. Spesso come requisito chiedono il contratto a tempo indeterminato che al momento non ho.

Ho paura per la mia famiglia, non c'è da scherzare su una situazione così. Sono cittadino italiano dal 2015, pago i contributi come tutti. Si parla tanto della qualità della vita a Trento, città adatta alle famiglie ma poi non c'è posto per noi dove dormire. È assurdo». A sostenerlo è anche la stessa relazione degli assistenti sociali dove viene riportato: «Nel tempo il nucleo familiare ha ricercato alternative abitative sul libero mercato sia fuori città, anche avvalendosi del sostegno di varie realtà associative impegnate su questo fronte senza però ottenere alcun esito positivo».

Situazione analoga per Amjad Iqbal, pakistano di origine, che da luglio del 2022, insieme ai tre figli minorenni ha ottenuto la cittadinanza: «Ho un contratto part-time a tempo indeterminato come scaffalista per vendita all'ingrosso. Sto cercando una casa per avvicinarmi alla città. Abbiamo sempre pagato regolarmente, ma ora dobbiamo andare via.

Qui a Cimone la stessa amministrazione mi ha aiutato moltissimo, cercando anche tra Aldeno e Romagnano. Ma nemmeno il sindaco è riuscito a trovare qualcosa».

«Entrambe le famiglie hanno sempre pagato l'affitto e si ritrovano sotto sfratto perché i loro contratti di locazione d'urgenza sono scaduti - ricorda Sportello casa - Essendo scaduti prima dell'estate 2023, non rientrano nella moratoria degli sfratti Itea per finita locazione disposta dalla Provincia a seguito delle mobilitazioni per il diritto all'abitare.

Non lasceremo che siano loro a pagare per l'emergenza abitativa, per una legge provinciale obsoleta, per un'edilizia pubblica che lascia sfitti 1. 500 alloggi. Ribadiamo le nostre proposte: tavolo sfratti per discutere la situazione di ogni singola famiglia; autorecupero degli alloggi Itea sfitti; strutture pubbliche per le famiglie residenti rimaste prive di alloggio».

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