Ogni giorno al Pronto Soccorso oltre 600 pazienti: uno su quattro è un accesso «improprio»
Non ci sono ticket o campagne informative che, a quanto pare, riescano a frenare il numero di trentini che ogni giorno accedono al Pronto soccorso, in molti casi anche in maniera impropria.
Nel 2018 il numero complessivo è cresciuto di 3.017 unità, pari ad un aumento dell’1,36% rispetto al 2017. I 224.544 accessi dello scorso anno, così, rappresentano un record storico. L’aumento si è avuto in tutti i reparti di Pronto Soccorso della provincia, ad eccezione che in quello di Trento.
I dati emergono da un’analisi sull’andamento dell’ultimo quinquennio (dal 2014 al 2018) degli accessi al Pronto soccorso che è stata distribuita nei giorni scorsi anche ai primari degli stessi e delle Medicine affinché dai numeri e dalle statistiche possano uscire nuove strategie per far fronte a un bisogno di cure che va comunque analizzato e in alcuni casi reindirizzato.
Va detto innanzitutto che gli accessi sono numericamente diversi da Pronto soccorso a Pronto soccorso. L’attività dell’ospedale di Trento, ad esempio, è più del doppio rispetto a Rovereto, quasi quattro volte l’attività di Cles, quasi cinque volte Arco e Cavalese e circa 7 volte l’attività di Borgo e Tione. Dai dati, poi, emerge una certa stagionalità degli accessi, come anche sensibili differenze di età e provenienza dei pazienti.
I codici bianchi, ossia i pazienti che si presentano con una patologia che ha poco o nulla a che vedere con l’urgenza, rimangono sempre un numero decisamente consistente. A Trento, dove il dato è «falsato» dall’alto numero di pazienti pediatrici che accedono al Pronto soccorso in codice bianco, la percentuale è del 23,5%, quindi quasi un paziente su quattro. La media oscilla poi dal 15% di Cles a Arco, al 15,8% di Rovereto e Cavalese fino al 17,9% di Borgo e al 19,5% di Tione.
La grossa fetta degli accessi è poi rappresentata dai codici verdi (poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili) che oscillano dal 61,5% dei pazienti di Trento al 70% di quelli di Cles.
Ma quali sono i disturbi o i problemi che spingono maggiormente le persone, trentini e turisti, a recarsi in Pronto soccorso?
I traumi minori sono quelli che numericamente portano maggior lavoro e sono la principale causa di accesso in tutte le sedi. Nel 2018 hanno rappresentato il 32,8% di tutti gli accessi. Il Pronto soccorso dove i traumi minori la fanno da padrone è quello di Cavalese con il 45,8% (8.594). Segue Tione con il 43,1% (5.829) e poi sul 40% Cles (9.859) e Arco (7.401). Numeri alti, ma in termini percentuali minori, a Trento dove gli accessi per traumi minori sono stati 25.0376, il 26,7%.
Secondo i dati l’utenza che accede per questo motivo arriva nella fascia diurna 8-20 (82%) e il codice che maggiormente viene assegnato è quello verde (70,1%), seguito da quello bianco (17,3%) e quello giallo (12,4%). Al secondo posto ci sono i problemi cardiovascolari (in tutte le sedi tranne che a Rovereto). L’impatto percentuale minore si registra all’ospedale di Trento (9,8%), ma qui i numeri sono decisamente alti visto che si parla di 9.201 persone. A Borgo, con 1.647 pazienti, invece, i problemi cardiovascolari incidono per il 13% degli accessi ed è, per questa causa, la percentuale più alta. Il codice di Triage cambia molto rispetto agli accessi per trauma minore. Nel 2018 è per il 53% verde, il 4,9% bianco e il 38,8% giallo. Seguono come diagnosi i problemi gastro-entero-epatici, i problemi polmonari e infettivi.