Stop ai lavori in scuole e asili: tutto congelato La colpa? Del maltempo di fine ottobre
Asili e scuole materne rimandate a giugno dalla Provincia. Le 24 richieste di finanziamento per il miglioramento edilizio di una ventina di edifici e strutture (alcune scuole hanno presentato più domande) sono infatti state congelate perché il capitolo di bilancio non ha risorse a disposizione, dopo il colpo assestato alle finanze provinciali dal maltempo di fine ottobre. In totale si tratta di investimenti per circa 5,4 milioni di euro che attendono contributi per 3,6 milioni di euro. Per coprire le richieste occorrerà attendere l’assestamento di bilancio del prossimo giugno, come spiega la determinazione dell’Unità di missione semplice Scuola e servizi infanzia firmata da Emanuela Maino.
«Le risorse per le iniziative più urgenti ci saranno» nell’assestamento di bilancio, sottolinea l’assessore provinciale alla scuola Mirko Bisesti (Lega). Rispetto a quante risorse per la scuola e l’edilizia scolastica in generale ci saranno nella manovra finanziaria di giugno, Bisesti spiega di non poter ancora dare numeri: «Occorre attendere il quadro completo anche degli altri assessorati» afferma.
La determinazione della Provincia individua quindi i 24 interventi da finanziare, spiegando che il capitolo “Spese per il finanziamento alle scuole equiparate dell’infanzia per opere di edilizia” «relativo all’anno 2019 non ha ad oggi copertura, che potrà essere rinvenuta nell’ambito della prossima legge di asssamento del bilancio 2019». E per questo motivo si rinvia a un altro provvedimento, successivamente alla decisione sulle risorse, per fissare il termine per ottenere l’eventuale contributo.
«Il mese prossimo ci sarà l’assestamento vero e proprio» sottolinea Bisesti che spiega come sono in arrivo novità anche per le famiglie della Primaria (elementari).
A partire dal «concorso per i diplomati magistrali che arriverà dopo quello nazionale» come hanno chiesto «le tre maggiori sigle sindacali» del settore. Inoltre, a giugno si prevedono novità anche sul Trilinguismo e in particolare una revisione del metodo di insegnamento intervenendo sul Clil (le lezioni di una materia, ad esempio storia, in lingua straniera, tedesco o inglese).
«Sul trilinguismo nella primaria, ci sarà una revisione dopo che alle medie si è passati da tre ore a una obbligatoria di Clil lasciando comunque autonomia di scelta alle scuole. Da qui a giugno ci sarà un dialogo, già avviato dal Dipartimento, per incidere anche sulla primaria dove il problema è sentito maggiormente. Le ore della prima e seconda lingua rimarranno ma si rivedrà il metodo, senza andare a toccare gli organici. Non si discute il fatto di garantire l’apprendimento di tre lingue resta, ma in modo diverso, non con il Clil ma magari col cosidetto metodo tradizionale che si è evoluto tanto da essere talvolta più innovativo di altri metodi. Metodi che non riscontrano su larghissima scala la competenza che serve per trasmettere l’insegnamento della lingua» sottolinea Bisesti. Che assicura come «le realtà di eccellenza e che funzionano non verranno toccate», facendo riferimento a due impostazioni di successo come quelle di «Sanzio e Comenius: quelli sono dei bellissimi esempi, di eccellenza e adeguate all’obiettivo» e non saranno toccate dalla riforma, conclude Bisesti.