Il braccio di ferro sulla cattura dell'orso M49 Secondo la Provincia va rinchiuso al Casteller Martedì confronto a Roma sulla gravità del caso
La questione della gestione della popolazione di orsi presenti in Trentino sarà al centro di un confronto in programma il prossimo 28 maggio al ministero dell’Ambiente: si affronteranno, in particolare, i problemi relativi alla gestione dell’orso maschio denominato M49.
Si tratta di una situazione sulla quale la Provincia autonoma di Trento ha scritto nei mesi scorsi due note al ministero dell’Ambiente (il 22 febbraio e il 15 aprile), per chiedere di poter procedere con la cattura e la collocazione nell'area recintata del Casteller del plantigrado, ritenuto responsabile di numerose razzie di bestiame in val Rendena.
«Sulla questione - si legge in una nota del ministero - si è già espresso l’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale), su richiesta del ministero, con due pareri. Nel primo, reso il 2 aprile, si ritiene che i comportamenti mostrati dall’animale possano genericamente rientrare nella casistica dell’orso “problematico dannoso”, anche se questi comportamenti non paiono di particolare gravità. Secondo l’Ispra andrebbero raccolti dati più dettagliati. Viene raccomandato di continuare il monitoraggio e di realizzare interventi di prevenzione mirati.
Nel secondo parere, del 6 maggio, lo stesso Istituto conferma che i comportamenti dell’orso M49 non evidenziano particolari rischi per la sicurezza dell’uomo, ma rientrano comunque nella categoria 17 della tabella 3.1 del PACOBACE (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali). Il ministero, attraverso la Direzione generale protezione natura, ha dato riscontro alla Provincia di Trento e, nel riportare la valutazione di Ispra, ha precisato di ritenere non opportuno autorizzare l’intervento richiesto, fornendo la propria disponibilità ad esaminare meglio la questione, con eventuali ulteriori documenti, il prossimo 28 maggio».
L'attuale procedura per il prelievo di esemplari di orso problematici, conclusa con l'abbattimento nei casi di Daniza nel 2014 e di KJ2 due anni fa, prevede che si verifichino episodi gravi inquadrabili nella casistica elencata all'interno del Pacobace, il piano di gestione degli orsi trentini. Se ciò avviene la Provincia deve rivolgersi al ministero dell'Ambiente per chiedere l'autorizzazione alla rimozione dell'esemplare individuato come pericoloso; a quel punto di solito Roma attiva un tavolo tecnico di confronto, coinvolgendo anche i tecnici dell'Ispra, e se questo riscontra effettivamente la necessità di intervenire procede con l'autorizzazione. L'ultima autorizzazione specifica alla rimozione è stata avanzata dalla Provincia poche settimane fa e riguarda appunto M49.
Nella sua lettera al ministro Sergio Costa, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, auspica di ricevere l'autorizzazione all'intervento. «In modo da metterci nelle condizioni - scrive - di intervenire rispetto a un esemplare che continua a manifestare un comportamento fortemente problematico e che potrebbe sfociare anche in situazioni gravi sul fronte della pubblica incolumità».
La Provincia intende dunque rimuovere M49 per i suoi comportamenti ritenuti dannosi e reiterati, sui quali le misure di dissuasione e prevenzione si sono rivelate inefficaci. Proprio ad M49 sono da attribuire, secondo la Provincia, circa un terzo di tutti i danni da orso riferiti al patrimonio zootecnico nel 2018, mentre, nei primi mesi del 2019, sette sono stati i tentativi di intrusione in edifici come baite, stalle, fienili, nonché tre i danni ad apiari.
L'Enpa, Ente nazionale protezione animali, ha replicato chiedendo che il ministero assicuri «la tutela dell'animale e del suo benessere, ma anche uno stop alla politica delle catture facil».
«In questi anni - sottolinea l'Enpa - abbiamo spesso assistito alla 'reclusionè ma anche all'uccisione di orsi, rese possibili da ordinanze last minute, chiaramente prive, a nostro avviso, di fondamento scientifico. Motivate invece da ragioni propagandistiche e di ricerca del consenso". Secondo l'Enpa il ministero dell'ambiente "può agire subito, coinvolgendo esperti e studiosi, anche a livello internazionale, per studiare e soprattutto applicare in modo sistematico i metodi ecologici di prevenzione e di dissuasione.
Per un animale abituato alla vita libera, la cattura e la reclusione non rappresentano certo una soluzione accettabile. Tanto meno lo sono considerando la campagna elettorale in atto e il tentativo - da parte dei soliti 'notì - di strumentalizzare gli animali selvatici a fini propagandistici».
FUGATTI: TROPPI ORSI, DOVREBBERO ESSERE 30 DI MENO - «Il numero di orsi presenti in Trentino comincia a superare il livello di sostenibilità del territorio, con esemplari e cuccioli che si avvicinano pericolosamente ai centri abitati». Lo ha detto oggi il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, che ha definito tra i 40 e i 50 esemplari il numero massimo sulla base dell’estensione del territorio trentino.
«Oggi siamo a circa 70 esemplari, e assistiamo a comportamenti da parte di madri e cuccioli che si avventurano nelle zone abitate». Nei giorni scorsi gli uffici provinciali hanno scritto al ministro all’ambiente Sergio Costa per chiedere il via libera alla cattura dell’esemplare M49, per cui Fugatti si è detto «particolarmente preoccupato». Per quanto concerne la questione dei grandi carnivori, Fugatti ha inoltre specificato che l’intento della Giunta è quella di arrivare ad una «competenza primaria da parte della Provincia».
LA LAV CONTRO FUGATTI - «Ispra (il massimo istituto scientifico nazionale per lo studio della fauna selvatica) ritiene che i comportamenti dell’orso M49 in Trentino non rappresentino particolari rischi per la sicurezza dell’uomo, mentre il ministro dell’Ambiente Sergio Costa reputa la cattura dell’orso inopportuna. Le risposte di Ispra e del ministro Costa alle richieste della Provincia di Trento di catturare M49 e rinchiuderlo a vita in un recinto, quindi, chiariscono una volta per tutte che un orso in cerca di cibo non può essere ‘bollatò come pericoloso e quindi condannato all’ergastolo o, ancora peggio, ucciso». Lo afferma in una nota la Lega antivivisezione (Lav).
«Da quando la Giunta Fugatti ha preso il controllo della Provincia di Trento, è alla continua ricerca di pretesti per catturare e uccidere lupi e orsi con l’unico risultato di creare ancora più pregiudizi e timore ingiustificato fra i cittadini», sottolinea il responsabile Lav - area animali selvatici, Massimo Vitturi. «Gli animali selvatici, lupi e orsi compresi, non possono essere ostaggio di un’amministrazione incapace di affrontare le criticità dovute alla presenza umana nei loro territori», conclude Vitturi.