Sfratto per 149 famiglie in Trentino In tre anni ci sono state 426 esecuzioni con una impennata del 18%
In Trentino l’anno scorso 149 famiglie sono state sfrattate dalla casa in cui vivevano in affitto. Anche nel 2017 le esecuzioni di sfratti erano state 149, ai massimi storici. Negli ultimi tre anni, dal 2016 al 2018, gli sfratti eseguiti sono 426, il 18% in più dei tre anni precedenti.
Analoga la dinamica in provincia di Bolzano: 133 sfratti eseguiti, in aumento del 7,3% sull’anno prima, e 356 esecuzioni negli ultimi tre anni, con un balzo di quasi il 23% rispetto al triennio precedente. I nuovi provvedimenti di sfratto emessi dai tribunali di Trento e Rovereto, come anche da quello di Bolzano, sono invece in calo. In Trentino l’anno scorso sono stati 265 (-12,2%), in Alto Adige 238 (-16,8%). Se però consideriamo gli ultimi tre anni, anche i provvedimenti sono in crescita: di ben il 40% a Trento, 890 nuovi sfratti fra il 2016 e il 2018 rispetto ai 632 del 2013-2015, dell’8,8% a Bolzano, 795 sentenze nel triennio più recente contro 731 fra il 2013 e il 2015. E il 90% di essi sono sfratti per morosità cioè, nella maggior parte dei casi, perché l’inquilino fa fatica a pagare.
I dati sugli sfratti sono stati resi noti dall’Ufficio statistica del ministero dell’Interno, in ritardo rispetto ai tempi soliti e solo dopo ripetute richieste da parte delle organizzazioni degli inquilini. «Nel 2018 sono oltre 56.000 le sentenze di sfratto emesse a livello nazionale, oltre 30.000 gli sfratti eseguiti con forza pubblica, oltre 118.000 le richieste di esecuzione presentate da ufficiali giudiziari» sostiene l’Unione Inquilini, la prima che è riuscita a ottenere i dati dal ministero. «Assistiamo ad una lieve riduzione complessiva degli sfratti, ma la situazione resta incandescente e restano inesistenti le politiche abitative. È urgente e improrogabile un piano strutturale che aumenti l’offerta di alloggi a canone sociale attraverso il recupero e l’autorecupero degli immobili pubblici e privati inutilizzati nelle nostre città».
Dei 265 nuovi provvedimenti di sfratto in Trentino, nessuno deriva da necessità del locatore, 25 sono per finita locazione (9 a Trento e 16 nel resto della provincia) mentre 240, il 90,6%, sono sfratti per morosità, di cui 79 a Trento, in calo sugli anni precedenti, e 161 nelle altre località, in diminuzione sull’anno prima ma in aumento sui dati storici. Le richieste di esecuzione sono invece 235, il 22% in meno del 2017.
In Trentino le famiglie in affitto sono il 21% del totale, quasi 50 mila su 236 mila nuclei familiari complessivi. Per chi cerca casa in affitto, è difficile trovare prezzi favorevoli. A giugno gli affitti in provincia risultano del 5,8% più alti di un anno fa. Il canone medio si attesta sui 672 euro al mese per un appartamento di 70 metri quadri. Nel capoluogo l’incremento è del 3,9% a 728 euro medi mensili, a Rovereto del 6,9% a 581 euro medi al mese (vedi a fianco).
Anche per questo sono tantissime le richieste di casa Itea o di sostegno pubblico all’affitto, per chi ha redditi bassi, e di alloggi a canone moderato, pari al 70% di quello di mercato, per chi ha redditi un po’ meno bassi ma non abbastanza per affrontare i canoni di mercato.
Nelle ultime graduatorie Itea, le domande di sostegno all’affitto sono 4.400, di cui 2.900 da cittadini trentini e comunitari e 1.500 da immigrati extracomunitari. Di recente la giunta provinciale ha deciso provvedimenti restrittivi sulle domande dei cittadini stranieri.
Per quanto riguarda il canone moderato, Il Fondo Housing Sociale Trentino, partecipato da Cassa Depositi e Prestiti, Provincia, Cooperazione, fondo pensione Laborfonds, ha realizzato 516 alloggi da affittare a queste condizioni scontate. Di essi, 270 risultano locati.