Laurea da infermiere, lavoro sicuro Il 98,8% di diplomati trova subito un impiego
Il più ambito è il corso per fisioterapista, che negli ultimi anni vede in media 300 iscritti per appena 25 posti a disposizione. È uno dei cinque corsi del Polo universitario delle professioni sanitarie, realizzato a Trento in collaborazione con l'Università di Verona.
Secondo il mensile "Panorama della sanità" entro pochi anni potrebbero andare in pensione un migliaio di infermieri in Trentino. In tale situazione l'assessore regionale Claudio Cia, che si professione è proprio infermiere in aspettativa, auspica che la giunta Fugatti prenda in seria considerazione la necessità di valorizzare la professione col contratto di lavoro e assicuri un'adeguata programmazione delle assunzioni. Chiaro che un ruolo chiave nel ricambio generazionale ce l'ha e continuerà ad averlo il Polo universiario.
Anna Brugnolli è la direttrice. Come vanno le iscrizioni? C'è interesse da parte dei giovani verso queste professioni?
Sicuramente sì, tanto che da qualche anno abbiamo introdotto il sistema delle selezioni in tutti i cinque indirizzi. Ci sono corsi che riscuotono maggiore interesse come quello per fisioterapisti dove c'è un rapporto di 12 richieste per ogni candidato ammesso. Poi professioni più nuove come igienista dentale, tecnico della riabilitazione psichiatrica e tecnico della prevenzione negli ambienti di lavoro dove invece il rapporto è di un posto ogni 1,5 candidati. Poi c'è il corso di laurea in infermieristica che quest'anno passa da 120 posti a 140 dove fino all'anno scorso avevamo due candidati per un posto e ci auguriamo anche quest'anno di mantenere quel livello.
La speranza di lavoro al termine dei corsi triennali è alta?
Sì, sono professioni che offrono ottimi sbocchi occupazionali. Abbiamo un tasso di occupazione fino al 98,8% nei primi tre mesi dopo la laurea.
Tutti posti che si aprono a livello locale o bisogna magari essere disposti a uscire dal Trentino?
Secondo i dati che raccogliamo abbiamo un tasso di occupazione più alto rispetto a scuole simili a livello nazionale. Qui sia l'Azienda provinciale per i servizi sanitari che le Rsa per quanto riguarda alcune professioni garantiscono annualmente l'assorbimento dei laureati. Poi il settore privato per quanto riguarda igienisti dentali e tecnico per la prevenzione nei luoghi di lavoro danno ampia offerta lavorativa. Per quanto riguarda ad esempio i tecnici della prevenzione se il tasso di occupazione nazionale è 50% qui siamo attorno all'80%.
E gli studenti sono trentini o vengono anche da fuori?
Prevalentemente trentini. Abbiamo poi qualche studente di infermieristica e fisioterapia che viene dal Veneto e dall'Alto Adige. Inoltre qualche situazione con studenti che vengono dal Sud, in particolare dalla Sicilia per passaparola, tutti dalla stessa zona. Poi ci sono corsi che non troviamo nelle aree limitrofe come igienista dentale, tecnico della riabilitazione psichiatrica e tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro dove ci sono studenti che provengono dal Veneto e da altre regioni. Nei loro confronti siamo poi attrattivi anche per quanto riguarda il lavoro e la maggior parte si ferma nella nostra provincia.
È vero che è imminente un grosso ricambio generazionale nella sanità trentina?
Noi abbiamo costantemente immesso persone giovani. Credo che il ricambio riguardi più la professione medica che quella infermieristica e mi pare che stiamo garantendo costantemente il fabbisogno.
Che motivazioni bisogna avere per intraprendere queste professioni?
Sono professioni che oltre ad avere un altro grado di preparazione e competenza richiedono una dimensione umanistica oltre che intellettuale. E comunque sono professioni che evolvono con l'evoluzione delle tecnologie e offrono ampio sviluppo professionale e di carriera, sia nella dirigenza che nella ricerca. Offrono possibilità di lavoro non solo negli ospedali ma anche nelle ditte private