Morirono in 7 nella bufera sul Monte Bianco: nessun responsabile
«Nessuna responsabilità penale imputabile a un individuo vivente può essere presa in considerazione, per cui il ministero pubblico» del Canton Vallese (Svizzera) «ha informato le parti della sua intenzione di archiviare il caso». Lo scrive il magistrato in una nota alla fine dell’inchiesta sulla tragedia avvenuta il 30 aprile 2018 nella zona della Pigna d’Arolla. Sette le vittime dopo una notte trascorsa al gelo a 3.270 metri di quota, lungo l’itinerario di scialpinismo «Haute Route» dal Monte Bianco al Cervino.
Sono la guida alpina comasca Mario Castiglioni (di 59 anni), capocomitiva, la moglie di origine bulgara Kalyna Damyanova, Andrea Grigioni (45) di Lurate Caccivio (Como), Francesca Von Felten (42), di Parma, i bolzanini Elisabetta Paolucci (44), Marcello Alberti (53) e la moglie Gabriella Bernardi (52). Gli scialpinisti del gruppo, dieci in tutto, avevano perso la traccia a causa della bufera. Si erano fermati ad appena 550 metri dal rifugio cabanes des Vignettes, dove avrebbero trovato la salvezza.
La notte tra il 29 e il 30 aprile 2018 nella zona della Pigne d’Arolla aveva trascorso la notte al gelo - vicino al gruppo guidato da Mario Castiglioni - anche una seconda comitiva, formata da quattro scialpinisti francesi, senza guida alpina, riusciti a salvarsi nonostante l’ipotermia.
I quattro, scrive il ministero pubblico del Canton Vallese, hanno «scavato una buca nella neve per ripararsi dal vento, si sono protetti costruendo un muro di neve e pietre e si sono tenuti svegli tutta la notte. Fino al mattino non hanno più avuto contatti con gli escursionisti dell’altro gruppo e sono sopravvissuti».
La comitiva di dieci persone con la guida alpina Mario Castiglioni invece ha passato la notte «15-20 metri» più in basso, al «livello del colle» des Cairns, e ha tentato di «ripararsi con le rocce e gli zaini».
Dato che «il vento soffiava estremamente forte, materiale e diverse coperte di sopravvivenza utilizzate sono volati via. Durante la notte un escursionista ha lasciato il gruppo e ha scavato un rifugio nella neve, mentre gli altri sono rimasti insieme. Sette di loro, compresa la guida, sono morti. L’intervento di una terza persona in questi decessi ha potuto essere escluso».
Sono stati trovati verso le 6.30 del 30 aprile dalle guide alpine uscite con i loro clienti dal rifugio cabane des Vignettes.