Il brand Sat diventa più "smart": app per gli smartphone, ed anche una linea di abbigliamento

di Marica Viganò

Comunicazione smart, App, social network, ed anche (perché no?) un linea di abbigliamento: la Società degli Alpinisti Tridentini punta ai giovani e a diventare un brand. Dopo 148 anni di storia e ad un passo dal traguardo dei 30mila soci, la Sat guarda sempre più al futuro senza dimenticare la storia, la tradizione e soprattutto la mission: promuovere la conoscenza e il rispetto della montagna. Valori che vanno coniugati al futuro e che, al passo con i tempi, devono iniziare a parlare la lingua dei giovani e diventare “appetibili”. Di qui l’idea che Sat possa diventare anche un marchio che caratterizzerà una linea di prodotti.

L’inedito progetto è contenuto nel documento programmatico per il 2020, deliberato dal Consiglio centrale di Sat nell’assemblea dello scorso 29 gennaio.

La relazione, approvata all’unanimità, contiene tra i vari punti un paragrafo dedicato ad un progetto specifico interdisciplinare: quest’anno il tema è “Lungo il sentiero, verso il rifugio”, ovvero “le infrastrutture in montagna”, che sarà il filo conduttore del Congresso autunnale. Si cercherà nel corso dell’anno di capire chi percorre i sentieri, cosa cerca e perché, per comprendere cosa cerca l’escursionista, la famiglia, l’alpinista, il turista. «La nostra intenzione è di comprendere il tipo di ospitalità che desidera chi frequenta la montagna, ma non per emulare i resort» evidenzia la presidente di Sat Anna Facchini.

App e comunicazione più snella. Sito rinnovato e nuovi contenuti veicolati attraverso i social network sono l’obiettivo del primo semestre 2020. «L’investimento che stiamo facendo sulla comunicazione digitale è necessario per parlare il linguaggio dei nostri soci più giovani, degli adolescenti, per incrementare la nostra base sociale senza dimenticare gli iscritti che hanno qualche anno in più, i soci che si iscrivono alle gite culturali e alle passeggiate, e gli alpinisti» precisa la presidente Facchini.

L’applicazione per smartphone della Sat arriverà entro l’anno, probabilmente nel secondo semestre. Non si tratta solo di un’idea per fidelizzare i soci, ma la novità punta a rendere più semplice la comunicazione (saranno infatti disponibili tutti i contenuti del sito ed i consigli della Commissione medica) e più immediate alcune operazioni. Ad esempio attraverso l’App ci si potrà associare e, in un secondo momento, si potranno anche effettuare prenotazioni ai rifugi.

A proposito di bollino Sat, sono attive due nuove modalità per associarsi. Presso la sede di via Manci a Trento, aperta al mattino e al pomeriggio, è possibile iscriversi a tutte le sezioni. Si potrà decidere di entrare a far parte della Società degli Alpinisti Tridentini anche dopo una bella camminata in montagna: partono quest’anno le iscrizioni anche presso i rifugi che si renderanno disponibili a questo servizio.

Una “linea” con il logo Sat. «L’idea è di rendere il logo Sat attrattivo e attraente, anche per porsi a fianco di aziende - spiega la presidente - Non parliamo dei capi di abbigliamento delle sezioni sponsorizzati dai marchi specializzati del settore, ma di una “linea” Sat. Mi piace pensare che il nostro logo possa diventare talmente attraente che una ditta chieda di accompagnarci in questo progetto mettendo il proprio marchio vicino a Sat. Naturalmente parliamo di un pensiero, di un’idea. Quando il consiglio approva un progetto, dà il via libera per lavorarci, ma non sarà un obiettivo che si concretizzerà nel 2020». Si pensa ad una linea di articoli di abbigliamento per la montagna.

Tra le novità di quest’anno c’è il graduale rinnovo dei contratti di “custodia e gestione rifugi”: è stato avviato l’iter per gli otto rifugi la cui gestione è in fase di rinnovo, per la prima volta sarà applicato un contratto quinquennale. Come viene evidenziato nel documento programmatico, prenderà forma il progetto “Acqua nei rifugi” che, con l’obiettivo della diminuzione del consumo di plastica, prevede l’individuazione dei rifugi nei quali programmare l’installazione di potabilizzatori per avere acqua da fonte. Il progetto prevede anche la ricerca di soluzioni alternative per i rifugi in cui non sia possibile agire con il potabilizzatore.

 

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